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« Voi siete la più solida colonna dell'ordine nostro, monsignore, esclamava l'eminente un po' rassicurato, e qualunque cosa vi piaccia chiedermi, ve la concedo con tutto compiacimento. « Avrei veramente bisogno che quel vecchio ebreo, di cui parlai tempo fa a vostra eminenza, fosse consegnato a mia disposizione, rispose il Corvo.

Oh Beatrice, quanto lo hai amato! Quanto, quanto! Non lo tradisti, tu? Io? Io? Puoi chiedermi questo?... Ed egli, ti tradì? Mai, mai. Ne sei certa? Certissima. Chi te lo ha detto? Nessuno: lo so. Non mi ha mai tradito. Qual donna può esser sicura? Io solamente. Pure.... non lo vedevi sempre.... eravate lontani.... Che importa! ....egli incontrava delle altre donne.... l'assenza.... il tempo....

L'abate, disse egli in tuono serio, non fanciullaggini. Le occasioni sono calve all'occipite, ha detto Rabelais; non le si acchiappano più quando sono passate. Ascoltatemi dunque. Mio fratello mi ha scritto di nuovo da Salerno per chiedermi ciò che avevo fatto per voi, malgrado le vostre stranezze. Io vado a parlar oggi al ministero con qualcuno che potr

«Vi ho fatta chiamaresoggiunse la zia, «per significarvi che non intendo essere importunata dalle lettere o dalle visite di tutti i giovinastri che pretenderanno adorarvi. Questo signor di Valla... non so come lo chiamate, ha l'impertinenza di chiedermi che gli permetta di offerirmi i suoi rispetti; ma gli risponderò come va. Quanto a voi, Emilia, lo ripeto una volta per sempre, se non vi uniformate alla mia volont

Pochissimi viaggiatori, pochissimi; e viaggiatori della vostra condizione ancor meno. Di solito è qualche mulattiere ritardato dalle intemperie che viene a chiedermi un posto per e per le sue mule; e' mi d

Ed ora, disse Fior d'oro, nell'atto di ripiegare il foglio, sosterrai tu che io non debba seguirti? Vedi, egli vuol chiedermi perdono, non essendo in colpa di nulla. Io, io debbo portargli una parola di riconoscenza per me, con le benedizioni del mio popolo, ch'egli amò tanto, ch'egli avrebbe reso felice, se gli uomini malvagi non ne avessero attraversati i disegni.

Quando entrando nella sala del Bargello a Firenze, vide una stupenda raccolta di fucili d'ogni tempo, egli gettò un grido di gioia e per poco non mi abbracciò, senza chiedermi pure se io avessi mai letta la sua monografia: Sopra gli archibugi a ruota ch'egli aveva pubblicato a vent'anni. Nella sala della Morte a Firenze, volle provarsi la veste, il cappuccio e la buffa della compagnia.

Andò poi a' piedi della scala e gridò a piena gola: Giovanna.... Agata.... Marta... venite subito abbasso, ma presto. Eravamo entrati in un salotto terreno. Bitto s'era accovacciato in un angolo, e ansava colla lingua pendente. Il signor Nicola mi fece sedere sul canapè, e incominciò a chiedermi notizie della salute dello zio, e degli effetti provati dopo la cura dei bagni.

Tu potevi da quel giorno chiedermi l'anima e t'avrei dato l'anima; l'amore, e t'avrei dato l'amore; la vita, e t'avrei dato la vita. Io ti darò tutto questo, bambino mio, perchè te l'ho promesso quando ancora tu non sapevi. Bruno mosse le labbra, e Nicla lo fermò. Ascolta! disse. Il vento s'era alzato più forte; il brivido delle fronde riempiva lo spazio.

La cena ci venne servita nel solito tinello, ove il canonico, durante il pranzo, soleva in altri tempi chiedermi conto de' miei studi pedagogici e delle mie occupazioni del giorno, quando io gli rispondeva di straforo, non potendo parlargli dell'amore, della tragedia. Dopo alcune ore di ciarle, di domande, risposte ed esclamazioni, ci siamo alzati da sedere per andare a letto.