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Ma le tristi inferme e gli ancor più tristi fanciulli dalle vene guaste furono, con la loro diletta Scuola-Laboratorio, trasportati in luogo più arioso e più adatto alla moderna igiene, nel Padiglione Dermatologico di via della Pace; e affidati alle cure della più degna discepola di Alessandrina Ravizza: Bambina Venegoni, che da lei ricevette la lampada accesa, e sa che nelle sue mani non si spegner

Quante ore mancano alla cena? Sta bene. Chiudi l'uscio a chiave. Riaccendi la lampada del thè. Porgimi la cartella di lacca. Avvicina lo scranno di bambù che sta davanti il terrazzo. Siedi. Io scriverò sulle mie ginocchia; ti permetto di appoggiare la testa sul dorso del mio seggiolone; potrai scorgere così più agevolmente i caratteri. Leggi attento. Incomincio.

«E questo è il tonfo misurato di due remi.» «Lascia che passeranno oltre.» «Fate a mio modo: allontaniamci un tratto di qui.» E sentendo più vicino il remo, saltati ambidue nella gondola, e rovesciata la lampada che avevano collocata presso il corpo di Valenzia, si diedero a fuggire. Il tonfo del remo intanto veniva sempre più appressandosi.

Ci sei? chiese sottovoce Daùd, dopo qualche istante. Ci sono, rispose egli. Attenti. Guadagnò il davanzale della finestra e guardò entro. Una lampada illuminava fiocamente la stanza e seduta su di un divano vide Fathma: respirò. Allungò una mano e aprì le imposte. Al cigolìo che mandarono girando sui cardini, l'almea si levò in piedi non dissimulando un gesto di terrore.

Splendeva alla sua destra, Su un tavolo, una lampada. La vicina finestra Tormentava il lucignolo con buffi violenti, Di profumi campestri söavemente olenti.

Una lampada a petrolio sul cui globo era accomodata una ventola di cartone proiettava un cerchio luminoso sulla tavola piena di carte e di libri. In quel cerchio spiccava la testa, gi

"Per Dio! Strozzai tanti uomini ed ho i sonni tranquilli!" La lampada schizzava bagliori incerti e vaghi Sovra il meditabondo cranio di mastro Spaghi, Il lacciuol, colle mani inerti, sui ginocchi Del boia era caduto. Ei tenea fisi gli occhi Sul laccio e sulle mani... Ma il suo pensier dovea Essere ben lontano. Il vegliardo dicea A fior di labbra: "Rita!... Vent'anni son trascorsi!

Il Bronzino saliva nelle stanze del Visconti, vi prese una lampada, e discese subito. «Ecco il lume.» «Ora come vuoi fare?» «Vedrete.» E con un suo spedito modo ghermì quel braccio, ed estratto così il corpo estinto di Valenzia, lo depose sullo scaglione che ricingeva il palazzo. «Adesso che pensate fare

Poscia, come l'idea sale dall'effetto alla causa, gli sguardi dei due giovanetti passarono dal diamante della lampada alla fiamma del cero.

Il colloquio dei due amici durò ancora tanto che il fuoco era pressochè spento, il lume della lampada cominciava a vacillare, il narguilhè non susurrava più e l'anfora era vuota mentre parlavano ancora. Se qualcuno avesse potuto star nascosto dietro le tende ad ascoltare, non avrebbe certo pensato che i loro discorsi mancassero di variet