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Ed erano anche belle a vedersi da vicino, con le loro finestre sotto la gronda del tetto; talune con un terrazzino all’ingiro, talaltre coi loro porticati a pian terreno, facilmente, anzi naturalmente ottenuti dalla disposizione delle antenne, dei tronchi d’albero che sostenevano l’edifizio, non avendo nel mezzo altro ingombro che una scala di bambù, per la quale si ascendeva alle stanze, e che probabilmente all’ora del riposo si tirava su in casa, per maggior sicurezza.

Mutò pensiero a un tratto: Fammelo tu, ma bello! Un soldato con cappello da bersagliere. Un'altra volta, risposi: Oggi sono occupato. Allora me ne vado. Era corso verso una pianta di bambù. Ne accarezzava le foglioline, ne piegava gli esili rami. Come si chiama questa pianta? Bambù. Quella di cui si fanno le mazzettine? . Me ne farai una?

Kabango, non vedi nulla all'orizzonte? avvicinandosi con Bagamoio. , vedo le solite apparenze illusorie... la curva verde d'una oasi... palme e bambù... ! ! sforzandosi di vincere la sua angoscia con una risata artificiale. Talvolta il deserto vomita le cose vive che ha ingoiate: oasi, citt

Nancy sospirò. Si alzò, e andò al tavolino di bambù, storto e zoppicante; ivi, su un piatto rotto, stava il calamaio; e la vecchia penna d'avorio vi giaceva in demoralizzata familiarit

I Malesi ne hanno una terribile, comune, difficile a constatare, di un effetto sicuro. Il pelo corto e nero che avviluppa il nodo del bambù verde produce la corizza cronica, la bronchite o la tisi, secondo che lo si alloga nelle fosse naturali, nei bronchi nei polmoni. Sta bene, disse il duca. Silenzio su questo consulto. Il seguente la madre della contessa Bonvisi partì per Vienna.

Dalle quattro finestre spalancate alla dolce frescura e al sole irrompeva nella stanza ora un inno di lieta giovinezza, ora una solenne sinfonia di vita nuova; suoni, rumori indistinti, voci umane, canti di uccelli, bagliori di luce, festa di colori, trepidare di foglie recenti, che dava apparenza di cose animate agli alberelli di bambù davanti a le finestre, contro il sole.

Quante ore mancano alla cena? Sta bene. Chiudi l'uscio a chiave. Riaccendi la lampada del thè. Porgimi la cartella di lacca. Avvicina lo scranno di bambù che sta davanti il terrazzo. Siedi. Io scriverò sulle mie ginocchia; ti permetto di appoggiare la testa sul dorso del mio seggiolone; potrai scorgere così più agevolmente i caratteri. Leggi attento. Incomincio.

La vedo così uggioso! Che ha? S'annoia, non è vero? Sorrisi malinconicamente. E mentre, voltandomi, cercavo sul divanetto ov'ero seduto, il mio bambù e l'ultimo fascicolo della Rivista Clinica sulla quale il di Bartolo s'era adagiato, l'ercole, frugando nel taschino del suo panciotto, borbottò: S'intende: questo non è paese per gente che vive. Denari in giro niente: divertimenti niente.

Il profumo caldo dell'Olea fragrans veniva dagli sterrati del giardino, che tocco dal primo raggio del sole, che sul lago sorge tardi, schiudeva i suoi verdi, da quello scuro dell'abies nigra, al verde smunto del deodara, a quello paglierino del bambù e al verde luccicante e bagnato del lauro ceraso e della magnolia.

Tutti li indigeni dinanzi a lui si prostrarono, offerendo in dono canne di bambù colme d’olio di cocco, frutti dell’albero del pane, legno di sandalo, ambra grigia, ignami, cera, banane e canne di zucchero. Alcuni portavano alli orecchi bastoni dipinti, su la pelle avevano incise molte figure di uccelli, e tenevano in mano archi lunghi dodici piedi e scudi di cuoio di bufalo.