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Li inviò in diverse direzioni a fine di chiudere ermeticamente il nemico e quindi avanzare restringendo il cerchio per finalmente assaltare la posizione.

È bensì vero, e noi lo constatiamo senza reticenze, che prima d’intraprendere i lavori del Tempio, Salomone inviò un messaggio al Re di Tiro, col quale ricordandogli l’antica amicizia che lo legava a Davide ed annunziandogli la sua intenzione di fabbricare un Tempio al Signore; lo invitò ad ordinare ai suoi servi di tagliare cedri dal Libano, perchè nessun individuo ebreo sapeva meglio dei Sidonii tagliare e fare viaggiare legnami da costruzione; ma conviene considerare che questo fatto non menoma per nissun modo l’importanza degli operai ebrei, perchè non riguardava che un ramo particolare d’industria dei Sidonii.

Un'altra ambasceria inviò in Francia a dolersi della rotta fede; ove ai suoi legati non pur fu dato di vedere il re : e lo stesso avvenne alla reina Margherita, madre di Filippo, che parlar volle di pace . Indarno ancora ne mosse pratiche Eduardo, re d'Inghilterra, prima per suoi ambasciadori in Guascogna, poscia per lettere all'abate di San Dionigi; perchè il legato, ben trascelto da papa Martino, sturbò ogni mite consiglio . Nondimeno non potè Pietro portar l'Inglese alla guerra contro Francia, che pur non ne mancavano altre cagioni. Non altrimenti gli tornò il chieder soccorsi all'imperatore Ridolfo, profferendo cedergli suoi dritti sulla contea di Savoia, e aiutarlo in Italia contro parte guelfa . Più assegnamento facea sopra Sancio di Castiglia, da lui favoreggiato nella ribellion contro il padre; il quale or morto, e usurpato il reame da Sancio, venne Pietro con esso lui a spessi abboccamenti, e fermarono aiuto scambievole, e larghe promesse n'ebbe, ma all'uopo non sel trovò . Nei quali maneggi affaticatosi indarno il re d'Aragona da giugno dell'ottantatrè infino allo entrar dell'ottantacinque, vedea gi

che quella di colui che li è davante; e noi movemmo i piedi inver’ la terra, sicuri appresso le parole sante. Dentro li ’ntrammo sanz’ alcuna guerra; e io, ch’avea di riguardar disio la condizion che tal fortezza serra, com’ io fui dentro, l’occhio intorno invio: e veggio ad ogne man grande campagna, piena di duolo e di tormento rio.

Il tredici del luglio scorso un italiano, un certo Domenico Barolo, venne arrestato senza ragione nella sua casa, a Rosario. Condottolo in istrada gli agenti estrassero le daghe e gli diedero tanti colpi di taglio e di piatto da stenderlo al suolo. Allora chiamarono una vettura e ve lo gettarono di traverso come un sacco, ponendogli i piedi sul petto. Rinvenuto, alla Commisseria, volevano fargli pagare una multa di dodici pesos, ma poi per l'intermissione d'un signore che lo conosceva venne rilasciato. Tutto questo è dettagliatamente narrato da un giornale argentino, la Repubblica, la quale, fatta constatare l'esattezza del racconto, inviò un redattore al Consolato italiano, accompagnato dalla stessa vittima, per fare una protesta. Lo stesso giornale riportava, dopo alcuni giorni, la notizia che le spiegazioni della polizia argentina erano state trovate soddisfacenti dal Consolato italiano. Le ferite, quell'infelice, se le sarebbe fatte da , cadendo. Basti il dire osserva la Repubblica che egli ha, fra le altre, varie ferite alla sommit

Per quanto il contatto tra soldati e cittadini eccitati sia riuscito sempre pericoloso, pure è duopo convenire che lo spiegamento di grandi forze di fronte alle popolazioni in fermento riesce meno dannoso dello invio di piccoli distaccamenti, che per paura di vedersi sopraffatti dal numero stragrande dei cittadini anche inermi si sentono trascinati, quasi da legittima difesa, a far fuoco.

che quella di colui che li è davante; e noi movemmo i piedi inver’ la terra, sicuri appresso le parole sante. Dentro li ’ntrammo sanz’ alcuna guerra; e io, ch’avea di riguardar disio la condizion che tal fortezza serra, com’ io fui dentro, l’occhio intorno invio: e veggio ad ogne man grande campagna, piena di duolo e di tormento rio.

Uscita all'aria aperta trovò su la porta sette vergini vestite di bianco, che l'aspettavano per accompagnarla. Queste nessuno inviò. Udendo come Beatrice avesse testato tutta la sua dote in favore delle figlie del popolo romano, esse eransi mosse spontanee a darle questa prova estrema di gratitudine. Volevano licenziarle, ma non vollero intendere, e si ostinarono a seguirla.

Il nemico credendo d'aver a fare forse colle sole squadre, essendo i Mille al coperto, inviò baldanzoso alcune catene di tiratori con adeguati sostegni e due pezzi di montagna. Giunto a tiro, esso cominciò a far fuoco, e continuò ad avanzare su di noi. L'ordine tra i Mille era di non sparare ed aspettare il nemico vicino; quantunque gi

Se la percossa, che nel petto invio Al Re di Rodi, per cammin non erra, Ma fatta ubbidiente al desir mio Trapassandogli il cor morto l'afferra, Maccone, a te tutte le spoglie, ed io Per te dirommi fortunato in guerra, Appenderotti la faretra e l'arco, Ora del tuo favor non m'esser parco.