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Comunque ciò fosse, la storia dice che Morello di Monferrato fu alla corte paterna; quindi, per la via di Lamagna, fino a Tessalonica, reame di sua famiglia, e di l

solvetemi, spirando, il gran digiuno che lungamente m'ha tenuto in fame, non trovandoli in terra cibo alcuno. Ben so io che, se 'n cielo altro reame la divina giustizia fa suo specchio, che 'l vostro non l'apprende con velame. Sapete come attento io m'apparecchio ad ascoltar; sapete qual e` quello dubbio che m'e` digiun cotanto vecchio>>.

Non mi tocca riferire gli avvenimenti, altronde ben noti, di cui fu teatro il Piemonte in quel tempo. Mi basta indicare l'aiuto dato dalle truppe austriache al re di Piemonte; e la parte che esse ebbero nel ristabilimento dell'antico ordine di cose. Il re di Piemonte spietatamente si ricattò sopra i suoi sudditi della debolezza de' suoi mezzi, per cui era astretto ad invocar forze dall'Austria. Questa poi, paga di occupare, benchè momentaneamente il Piemonte, paga del male esito delle macchinazioni dei rivoluzionari, e della cognizione acquistata degli accordi tra i sollevati piemontesi e i malcontenti lombardi, paga, infine, di vedere il re, suo protetto, arrischiarsi sulla sdrucciolevole china dei supplizi capitali e delle confische, astenevasi da ogni provvedimento di tal fatta, ostentando così clemenza e dolcezza. Alcuni mesi di tal guisa trascorsero, dopo i quali il re di Piemonte parve desiderar la partenza delle truppe austriache, e ne fece domanda, che fu incalzata da quelle degli altri sovrani d'Europa, sospettosi forse che la dimora delle truppe austriache in Piemonte si protraesse oltre il dovere. L'Austria però non intendeva a ritirare presto le sue soldatesche. E giova qui notare quanta importanza pone l'Austria nelle brevi sue occupazioni delle varie parti del territorio italiano. Non appena le si affaccia l'occasione d'inframmettersi negli Stati pontifici, nel reame di Napoli, nel Piemonte, nel ducato di Modena, in quello di Parma, essa premurosamente l'afferra. Allorchè le cagioni per cui fu chiamata non esistono più, allorchè il principe che ne ha invocato l'aiuto, e i sovrani emoli dell'Austria, e l'Europa intiera la richieggono di ritirarsi, essa studiasi di mandare in lungo le cose, allega un pretesto, accampa un qualche diritto, oppone un qualche ostacolo; in somma, benchè essa sappia che il suo definitivo stanziamento negli Stati che non le sono stati concessi dai trattati di Parigi e di Vienna, non potrebb'essere tollerato, pure si sforza di rimanervi quanto più lungamente sia possibile. È questa mera fanciullaggine; perocchè, sapendo l'Austria per certo di non potere definitivamente impadronirsi di questi Stati, qual maggior pro può essa mai trarre da un'occupazione durata tre mesi, che non da una durata un mese solo? Spera essa forse che, protraendo di giorno in giorno la partenza, si far

E noti sono nelle istorie del reame di Napoli i due statuti, ch'Onorio sanciva a sedici settembre di quest'anno ottantacinque, preparati gi

«E che dunqueinterveniva terzo Ghino di Tacco «da che questo ladrone provenzale fu veloce a investire il Reame, e si mostra così presto di lingua, e insolentisce fino a mandare il guanto di sfida al figlio dell'Imperatore,» e qui mostrò il guanto che gli aveva consegnato Carlo «saremo noi codardi da non rispondere alia chiamata

Ma non ci dilunghiamo dal nostro argomento. La notte è calata, notte buia e fredda, siccome si è detto, e gravida di tempesta. Giovanni di Trezzo e i suoi trecento fanti escono silenziosi dal battifolle di Pertica, sfilano leggieri a guisa di ombre davanti a quel pozzo, in cui, la mattina di quel medesimo giorno, aveva pigliato un bagno freddo il povero Falamonica. Spartiti in dieci bandiere, ognuna delle quali constava di trenta uomini, cioè a dire dieci balestre, dieci picche e dieci pavesi, i soldati di Don Giovanni di Trezzo (la dominazione aragonese nel reame di Napoli aveva gi

Ma non sia come prezzo del mio; replicò Beatrice. E il mio sappiatelo subito. La regina e il re di Castiglia stanno per muoversi.... dalle Fiandre (diciamo così), cedendo ai voti di tutto il reame. Nessuno ancora lo sa; il re Ferdinando, che ne ha timore, crede che la probabilit

Chi, più del re Ferdinando, s'è adoperato per questa nobile Spagna? Non ha egli condotta a termine la cacciata del Moro? Non ha egli ceduto alla Spagna i particolari diritti d'Aragona sul reame di Napoli? e ancora non combatte per assicurarne il dominio alla Spagna?

E se gli è donato alcuna cosa, non ha pensiero di riponerla, ma liberamente la comunica co' fratelli suoi, non pensando el di domane; ma nel presente tolle la sua necessitá, pensando solo del reame del cielo, e della vera obbedienzia in che modo meglio la possino observare.

Ferdinando s'era condotto dietro Consalvo di Cordova, il vero conquistatore del reame di Napoli. E gliene aveva levato il comando, promettendogli in Ispagna il gran maestrato dell'ordine di Sant'Iago, che poi con la solita fede, si guardò bene di dargli.