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In Roma i sommi magistrati fecersi annui, e chiamaronsi «consoli»; e continuò a preponderare il senato, l'aristocrazia. La quale poi fu fortissima od anche superba in quest'occasione, contro ai galli. Non che dare i giovani ambasciadori, i Fabi, chiesti a vittime, li fece capi al proprio esercito. Ma vinto questo all'Allia, fu occupata la cittá di Roma.

Poi, addí 26 dicembre 1476, aspettarono il tiranno nella chiesa di Santo Stefano, e com'ei s'avanzava tra due ambasciadori, se gli appressarono, e lo trafissero. Furono fatti a pezzi dalle guardie, Lampugnani, inceppatosi tra i panni delle donne inginocchiate, e pochi passi discosto, il Visconti.

Montaner, cap. 61 e 63. Giachetto Malespini, cap. 212. Gio. Villani, lib. 7, cap. 70. Cron. della cospirazione di Procida, pag. 271. Ho scritto secondo il d'Esclot i nomi degli ambasciadori, de' quali alcuno è diverso in altri autori de' citati di sopra.

Però, udendo i Normanni di quella tolta di laici e chierici che il papa loro voltava contro, gli mandano ambasciadori, simulando pentimento e voglia di soddisfarlo all'intutto. Ma gli oratori normanni non sanno di tanto mascherarsi da accecare Leone.

Ma Pietro saputa la prima sentenza del papa, e preparandosi a renderla vana coi fatti, volle combatterla anco nelle forme. Richiamossene prima per ambasciadori; dei quali altri dal nimico fu preso, alla romana corte pervennero Arnaldo di Rexach e Bernardo de Orlè ; che esposte le ragioni del re, per lui chiedean sicurt

Il re avea inviato due ambasciadori a richieder Genova che desse favore, aiuto e giovamento al papa e al re di Sicilia, zio del re di Francia, contro il re d'Aragona, che avea operato contro la Chiesa, contro le inibizioni del papa, e contro il re di Sicilia, la qual cosa ognun sapea quanto interessasse la corona di Francia. Genova risponde essere in pace col re d'Aragona da 170 anni, e non aver cagione di rompere; ma promette che non dar

La morale astratta è assurda! In mezzo alla gente che si aggirava intorno a Vitaliana, non uno sembrava puro al conte di Alleux. Egli indovinava ciò che non sapeva. Sospettava di quelle cortigiane, di quegli ambasciadori, di quei re, di quella regina, di quel principe reale, di quei valletti, di quella plebe diplomatica ed aristocratica... egli li sospettava tutti più o meno punticci e scapitati!

Era il dispaccio del principe di Tebe, cui aveva letto agli ambasciadori di Prussia e d'Inghilterra, salvo l'ultima frase. Vitaliana lesse: «Parto questa notte. Fra quindici giorni re Taddeo IX sar

I nomi degli ambasciadori di Pietro son portati variamente. Certo che vi fosse il giudice Rinaldo dei Limogi messinese, perchè, oltre l'attestato d'alcuno istorico nostro, leggiamo il suo nome ne' diplomi. Notisi che il d'Esclot diversifica in qualche circostanza.

Somiglianti parole mettonsi in bocca agli ambasciadori. Carlo risponde loro a voce: maravigliarsi della non provocata offesa del re d'Aragona; a appartenere il reame per concession della Chiesa; Pietro usurpane il titolo per false ragioni; ma troppo ei si affida in e in sua gente, se viene in arme contro a noi. Mostreremgli adesso com'ei s'è gittato a impresa da stolto.