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, signor tenente, ma vi potete fermare. Si sono trincerati sull'altra sponda del Cellina. Sono partiti di qui ieri sera... Sono sul Cellina, li ha visti mio marito.

Stabilì di condurre con due uomini a cavallo, che avrebbe poi lasciati molte miglia fuori di Milano per non fermare l'attenzione altrui. Sotto ai panni vestì una maglia di ferro intera, e caricò i cavalli di gravissime pelliccie, tanto per che pei servi.

Pei corritoi si sentirono i passi frettolosi dei padri che accorrevano; e un aprirsi di celle, e un interrogarsi da un capo all'altro che fosse; tutta la frateria fu in un baleno sossopra. Ai quattro giovani, cominciarono a tremare le gambe, per lo sbarraglio cui s'erano posti; ma fattisi animo, aprirono la finestra della cella, un dopo l'altro saltarono nell'orto, e all'ultimo mise l'ali un grido selvaggio, del padre Anacleto. Perchè un raggio di lume dal corritoio, si era posato per la toppa sul ventre del frate; il quale capita a un tratto la brutta canzonatura, si volse imbestialito per acciuffare il primo dei ribaldi che gli fosse caduto tra l'ugne. Ma i birboni non v'erano più.... Ahimè! E la frateria affollava l'uscio; la voce del guardiano, chiedeva al padre Anacleto che aprisse; i guatteri, il cellaio, i cuochi, andavano di su, di giù, bracaloni pel chiostro; e si fu appena a tempo di fermare il sagrestano che gi

Aveva conosciuto Giuliano giovinetto, se non di persona, almeno di fama, ed aveva come tanti altri, riposte le sue speranze in lui. Era, dunque, naturale ch’egli salutasse, con vero entusiasmo, l’astro del nuovo imperatore, appena sorto sull’orizzonte, ed approvasse ed aiutasse, con tutta l’anima, la sua impresa di restaurazione ellenica. Ed è pur naturale che l’improvvisa caduta di tante speranze lo gittasse in una profonda desolazione. Di questi suoi sentimenti di gioia e di dolore Libanio ci lasciò l’eloquente espressione in sette discorsi, di cui quattro scritti durante il breve regno di Giuliano. Due di questi, il Saluto, pronunciato all’entrata di Giuliano in Antiochia, e l’altro All’imperatore console, scritto in occasione del consolato di Giuliano, sono inni di gioia per l’inaugurazione della nuova primavera ellenica, voluta dal geniale imperatore. Altri due di quei discorsi, l’Ambasciata e il Discorso dell’ira, sono destinati a riconciliare l’irritato Giuliano con la frivola e frondeuse Antiochia. Due altri, Il Lamento solitario e la Necrologia, sono gridi di dolore per la morte dell’eroe. La Necrologia è una vera storia di Giuliano. Il piangente Libanio narra lungamente tutta la vita dell’imperatore. È un documento fondamentale per chi voglia studiare Giuliano ed il suo tempo. Il discorso Della vendetta fu scritto sedici anni dopo la morte di Giuliano, e diretto all’imperatore Teodosio, quando questi fu chiamato da Graziano ad assumere l’impero d’Oriente. Libanio, completamente illuso sulle tendenze del giovane e sconosciuto Teodosio, lo eccita a vendicare Giuliano, come solo mezzo per indurre gli Dei a fermare il corso delle calamit

Non ti fermare, padre mio! gridò Fiordispina. Continua! E che doveva anzi sposare un'altra donna? ripigliò il vecchio Guerri. Che a quest'ora l'avr

Diana.... con la signora Teodora erano in carrozza oggi su la strada di Chiaia.... Faceano quella passeggiata da alcuni giorni.... Uno dei cavalli attaccati alla carrozza, ha preso la mano al cocchiere, ch'è stato gettato a terra.... e si è subito rialzato; benchè ferito correva a cercar di fermare i cavalli, ma questi si davano a fuga sempre più precipitosa.... Diana.... la signora Teodora, in ispecie, figuratevi.... gridavano come ossesse.... Non osavano buttarsi giù dalla carrozza in quella corsa vertiginosa.... Varii cittadini s'eran provati a fermar la carrozza, ma indarno. A un tratto non si sa di dove, esce fuori un uomo di alta statura, di forme erculee, di fisonomia molto severa: si pianta dinanzi a' cavalli: e, mentre tutti gli urlano: Vi ucciderete! li afferra per le due cavezze.... La gente, affollata qua e l

Davanti a tutti poi, una bimba, con una cappa nera, con una bacchetta in mano, in atto di fermare il treno. Il professore osservò quei scarabocchi e disse: Non c'è male, ha dell'attitudine a cogliere il lato ridicolo delle cose, e una certa facilit

Del resto, quanto al commercio in particolare, duolmi piú che mai non potermi fermare ad accennare quali fossero le condizioni di esso ne' nostri comuni, quali le libertá concedutegli.

La guardia gli fu addosso e lo afferrò per il bavero della giacchetta. Io non mi movo balbettò Cappiello. Canaglia! gli fece la guardia, cercando le manotte in saccoccia. Il calzolaio s'era chinato sul corpo inerte della vecchia, che quasi sbarrava la strada, sicchè una vettura da nolo, poco lontano, s'era dovuta fermare.

Quando il macchinista la faceva fermare per accomodar qualche congegno o per ungerla con un po' d'olio, egli ne osservava tutti i movimenti, si chinava per vederne l'interno, e si arrischiava a domandare qualche spiegazione.