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Ammiano Marcellino, nato da nobile famiglia, in Antiochia, entrò, giovinetto ancora, nella carriera delle armi, ebbe alti uffici, e prese parte ad importanti imprese. Nel 350, fu, dall’imperatore Costanzo, destinato ad accompagnare il generale Ursicino, a cui era affidata la difesa dell’Oriente. Nel 354 venne a Milano, con lo stesso Ursicino, e seguì costui nelle Gallie, onde domare la ribellione di Silvano. Ucciso Silvano, fu rimandato in Oriente dove era ancora quando Giuliano prese il posto di Costanzo. Egli fu un devoto e fedele ammiratore del giovane sovrano e lo accompagnò nella spedizione di Persia. Avvenuta la catastrofe di Giuliano, pare che Ammiano abbandonasse la carriera militare, e si ritirasse a vita riposata in Roma, dove, come sappiamo da una lettera di Libanio, scrisse le sue storie che ci giunsero in condizione frammentizia. Ammiano Marcellino è un testimonio prezioso per la serena imparzialit

85 Avea Aquilante in Antiochia inteso essergli concubina, da più genti; onde gridando, di furore acceso: Falsissimo ladron, tu te ne menti! un pugno gli tirò di tanto peso, che ne la gola gli cacciò duo denti: e senza più contesa, ambe le braccia gli volge dietro, e d'una fune allaccia; 86 e parimente fece ad Orrigille, ben che in sua scusa ella dicesse assai.

72 Dimandògli Aquilante, se di questo così notizia avea data a Grifone: e come l'affermò, s'avisò il resto, perché fosse partito, e la cagione. Ch'Orrigille ha seguito è manifesto in Antiochia con intenzione di levarla di man del suo rivale con gran vendetta e memorabil male.

Ma particolarmente interessante, anche per questo rispetto, è la graziosissima lettera che Giuliano scrive a Libanio, per narrargli la marcia da Antiochia, a Jerapoli³²⁰. Al termine della prima tappa, a Litarbo, Giuliano è raggiunto dal Senato d’Antiochia, a cui d

75 Quindi a levante fe' il nocchier la fronte del navilio voltar snello e veloce; ed a sorger n'andò sopra l'Oronte, e colse il tempo, e ne pigliò la foce. Gittar fece Aquilante in terra il ponte, e n'uscì armato sul destrier feroce; e contra il fiume il camin dritto tenne, tanto ch'in Antiochia se ne venne.

³⁴¹ Liban., I, 502, 1 sg. Libanio vuol fare di Antiochia una citt

In molte cittá di Giudea, d'Asia, di Grecia, sorsero adunanze, chiese di cristiani. Il principale de' principali discepoli ne fondò una in Antiochia, poi in Roma, centro dell'imperio; e questa fu quindi la principale e centrale di tutte.

Onde porre ben chiari i termini della quistione, cominciamo col riprodurre letteralmente la famosa legge, emanata da Giuliano, nell’anno 362, pochi mesi prima ch’egli partisse da Costantinopoli per Antiochia, a prepararvi quella spedizione di Persia, in cui doveva eroicamente perire. La legge dice così: «Conviene che i maestri delle scuole siano eccellenti prima nei costumi, poi nell’eloquenza. Ora siccome io non posso esser presente in ogni citt

Così, uno degli atti suoi che, a torto, a nostro parere, ma che pure da uno scrittore partigiano, come Gregorio, potevano essere messi sotto la luce sinistra di una persecuzione religiosa, la condanna dei cortigiani di Costanzo, avvenne proprio all’esordio del suo regno, mentre l’editto di disapprovazione degli Alessandrini per l’uccisione del vescovo Giorgio, fu scritto da Antiochia.

Se non che, quando Gallo, il fratello di Giuliano, fatto Cesare da Costanzo, e investito del governo d’Oriente, si stabilì in Antiochia, gli venne il pensiero, da quell’esaltato cristiano ch’egli era, di togliere il prestigio a quel famoso santuario dell’Ellenismo, e, per riuscirvi, pensò di costrurre, in faccia al tempio d’Apollo, un tabernacolo e di portarvi le reliquie del martire Babila.