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Intorno al castello mobile dei burattini, collocato di solito rimpetto alla fonte del Biancone, si affollava la gente, e dava in grandi scrosci di risa. Il castello era formato da quattro tavole unite insieme e coperte all'esterno da un rozzo panno.

Fra tutta quella gente, che si affollava a prestar cure alla signora Caruso e al principe della Marsiliana, e che si faceva sempre più numerosa per il sopraggiungere degli operai della tipografia e dei passanti, che entravano liberamente nell'androne della Stampa, non vi fu nessuno che in sulle prime pensasse ad avvertire i pompieri.

Chi in una mela chi in un garofano, ne ho viste molte che l'avevano preso; e tutte finirono col fuggire improvvisamente di casa, come, salvo l'anima, i cani che vanno in rabbia.... «Dice bene il signor pievano; salva l'anima, come i cani! rispondevano coloro: eccola, eccola, l'hanno trovata, è qui....» E tutta quella gente si affollava, in capo alla via.

L'elegantissimo giovane scese anche lui per dare spiegazione al pubblico che si affollava. Semplicemente uno che voleva chiuso il finestrino. Invece il vecchio signore lo voleva aperto. Soffro d'asma! diceva, e questo era evidente, chè pareva minacciato da una congestione. E se soffre d'asma?

Le infinite baracche dei saltimbanchi, i giuochi improvvisati lungo la strada, la gente che si affollava intorno ad un vaporino che conduceva intorno il porto, i cantastorie ambulanti ci offrivano un bel colpo d'occhio, ma ci raffermavano sempre più nella nostra opinione.

La gente che, alla notizia, portata in paese da un operaio, era accorsa precedendo il Sindaco, il Pretore e i carabinieri, si affollava attorno ai disgraziati, commiserandoli, chiedendo notizie agli scampati, a Cardello, al Piemontese, che guardava attorno come un ebete, pensando alle conseguenze di quella disgrazia!

Era di venerdì e tutta Scaricabarilopoli giocò il terno uno, cinque e diciassette, i numeri del capitano, come dicevano. Bisognò mettere questurini e sentinelle alle prenditorie, tanta era la calca di popolo che si affollava per giocare; i botteghini rimasero aperti tutta la notte, senza svacantarsi mai: uno usciva e dieci entravano.

Fuori l'aria si era fatta rigida, benchè l'inverno fosse oramai trascorso. Via Calzaioli si affollava di gente sotto la viva luce dei fanali, fra quel chiacchierio delle ore serali, che pare fatto di prime confidenze nella tregua del lavoro quotidiano. Gli uomini camminavano adagio, le donne avevano un indefinibile languore nel passo, dalle vetrine uscivano barbagli, molte finestre erano illuminate, qualche fiacre correva al piccolo trotto, mentre alcune cacciatrici notturne, gi

In questo punto gli accordi di un valzer di Rovere echeggiarono nella sala da ballo; le fanciulle si strinsero tutte serrate alla finestra e proprio di contro a loro videro le coppie aggruppate che una alla volta si avanzavano ballando, finchè la sala, che prima pareva quasi vuota, si popolava, si affollava di figure, di colori, di fiori, di trine, di gemme, mentre la musica della piccola orchestra rimaneva soffocata dal tramestìo delle voci varie, confuse e dallo strisciare e il battere dei piedi sul pavimento, misto col fru-fru cadenzato dei lunghi strascichi delle vesti.

Così orrevolmente scortati, sotto gli occhi di un popolo curioso che si affollava sul loro passaggio e della loro venuta non pronosticava niente di buono, erano riusciti alla porta settentrionale del borgo; d'onde, per una ripida strada serpeggiante sulla costiera del monte, erano saliti in vista del castello Gavone, dove i marchesi del Carretto, terzieri del Finaro, avevano corte e dimora.