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Le infinite baracche dei saltimbanchi, i giuochi improvvisati lungo la strada, la gente che si affollava intorno ad un vaporino che conduceva intorno il porto, i cantastorie ambulanti ci offrivano un bel colpo d'occhio, ma ci raffermavano sempre più nella nostra opinione.

Il Principe di Danimarca è un caffè-cantante e danzante frequentatissimo; vi si mostrano anche cani e scimmie sapienti, e dei saltimbanchi vi fanno giuochi sul trapezio e sulla corda tesa. Tutto ciò ci divertì per un istante. Il pubblico del luogo prendeva grande interesse alla rappresentazione, e nulla notammo che ci sembrasse straordinario nei vestiti e nelle faccie degli spettatori.

Fra i pioppi, mentre sorge alta la luna, al tardo passo de i cavalli stanchi, l’errante casa va de i saltimbanchi, inseguendo l’ignoto e la fortuna. V’è un lumicino ad una finestrella, e guizza e trema ne l’incerto andare; presso il lume, il suo pargolo a cullare, canta una donna con fioca favella;

I ragazzi si misero a parlare tutti in coro e raccontare dei saltimbanchi che avevano veduto partire, di Polentina che avevano salutata, e poi di un cane, di Vittorio, dei signori Guerini; una confusione di discorsi che assordavano quelle povere ragazze, le quali non riuscivano a capir nulla e si turavano le orecchie.

I venditori ambulanti raccoglievano le mercanzie e le mettevano nelle casse. I saltimbanchi spogliavano le baracche, e caricavano i carri di roba, mentre le scimmie facevano le capriole e Polentina salutava tutti, mangiando dolci, che le venivano regalati da qualche ammiratore. Noi ragionavamo; e facevamo le nostre osservazioni.

La piazza dov'ero riuscito era piena di baracche variopinte, sulla porta delle quali si sbracciavano a sonare e si sgolavano a chiamar gente, saltimbanchi vestiti di maglia carnicina e danzatrici di corda in sottanelle. Davanti ad ogni baracca v'era una folla di curiosi, da cui di tratto in tratto si staccavano due o tre contadini per entrare a veder lo spettacolo. Io non ricordo d'aver mai visto gente più semplice, più mansueta e di più facile contentatura di quella. Tra una sonata e l'altra, un ragazzo di dieci anni, vestito da pagliaccio, ritto sur una specie di palcoscenico accanto alla porta, bastava egli solo a trattenere davanti alla baracca, divertire e far ridere dai precordi una moltitudine di duecento persone. E con che? Non raccontando delle storielle, non facendo dei calembours come i saltimbanchi di Parigi, non spiccando dei salti, non contraendo il viso; nulla di tutto questo; ma semplicemente facendo di tratto in tratto, colla maggior flemma del mondo, una piccola freccia di carta, che poi lanciava sulla folla accompagnando l'atto con un leggero sorriso. Questo bastava a far andare in visibilio quella buonissima gente. Girando in mezzo a quelle baracche, incontrai qualche contadina un po' brilla, sentii cantare in falsetto qualche ragazza malferma sulle gambe, colsi in flagrante qualche coppia amorosa che si passava le mani sotto il mento, vidi qualche gruppo di donne che preludevano alla ridda notturna, dandosi delle spallate e delle fiancate da buttarsi in terra; ma nulla di criminale. Era veramente una baraonda, come dice Alfonso Esquiroz, di gente che non ne sa fare. Ma siccome io non ritenevo giusto il giudizio dell'Esquiroz se non per il giorno, e prevedevo che sull'imbrunire sarebbe incominciato uno spettacolo molto più drammatico, così, per non trovarmi solo, di notte, in mezzo alla baldoria d'una citt

Fuori, sul prato, abbiamo assistito ad un altro spettacolo. Una compagnia di saltimbanchi avea steso un tappeto, tirata una corda, e facevano salti ed esercizii ginnastici. C'era una bimba, tanto carina, che l'avrei mangiata coi baci.

Su una pubblica piazza, accanto all'abitazione, erano disposti quattro pali a rettangolo, e dei lampioncini pendevano a delle funi che li riunivano: alcuni angareb servivano per gli invitati, la massa del pubblico stava disposta in seconda linea; c'era tutta l'apparenza d'una compagnia di saltimbanchi ad una nostra fiera; fummo molto gentilmente ricevuti e serviti di caffè, liquori e sigarette.

Quella canaglia certamente meditava uno dei tiri soliti. Da alcuni giorni si mostrava in orgasmo. Scappava di casa la mattina per tempo e ritornava a notte buia. Dove mangiava? dove lavorava? chi poteva saperlo? Nel suo cassettone ella avevagli trovato una piccola tromba di quelle che usano i saltimbanchi. Un mistero.

Io. Vengo! Vengo! Aspettate.... Ma chi vi spazza via? Quale raffica ha bruscamente arrotolati tutti i tappeti e rapidamente nascosti orpelli e tamburelli, come fanno i saltimbanchi quando vengono le guardie?... Non vedo più davanti a me che una mandra di colli rossastri e rosati.... Trotterellano spaventati come pecore, affrettandosi verso l'immensit