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Quando mi disobligarò di tanto obligo? SIMBOLO. Or dunque, venendo a voi don Flaminio a farvi la proposta, accioché piú l'inganniate e confirmiate nel suo proposito, mostrate grandissima allegrezza, accettate l'offerta; e si dice per questa sera, voi diteli per allora. DON IGNAZIO. Or questo che non farò io, ché non mi basteria il cuor mai. SIMBOLO. Sará forza che lo facciate.

per la similitudine che nacque del suo parlare e di quel di Beatrice, a cui cominciar, dopo lui, piacque: «A costui fa mestieri, e nol vi dice con la voce pensando ancora, d’un altro vero andare a la radice. Diteli se la luce onde s’infiora vostra sustanza, rimarr

DON FLAMINIO. Oimè, tu passi troppo innanzi, mi poni in sospetto e m'ammazzi. Ma come potrei io di ciò chiarirmi? PANIMBOLO. Agevolissimamente: subbito che l'incontrate, diteli che il conte è contento dargli li quarantamila scudi purché la sposi per questa sera; e se non troverá qualche scusa per isfuggir o prolungar le nozze, cavatemi gli occhi.

MANGONE. E gli feci una buonissima collazione. DOTTORE. Questo è il peggio, che facesti una collazione a chi te ingannava. MANGONE. Prego Iddio che gli facci mal pro. PANFAGO. A te porta il presente, Filace. MANGONE. Ponnosi veder le piú belle provature, formaggi, bottarghe e barilotti di malvagía? PANFAGO. Diteli che le provi un poco. DOTTORE. Di grazia, provatene alcune.

per la similitudine che nacque del suo parlare e di quel di Beatrice, a cui si` cominciar, dopo lui, piacque: <<A costui fa mestieri, e nol vi dice ne' con la voce ne' pensando ancora, d'un altro vero andare a la radice. Diteli se la luce onde s'infiora vostra sustanza, rimarra` con voi etternalmente si` com'ell'e` ora;

per la similitudine che nacque del suo parlare e di quel di Beatrice, a cui cominciar, dopo lui, piacque: «A costui fa mestieri, e nol vi dice con la voce pensando ancora, d’un altro vero andare a la radice. Diteli se la luce onde s’infiora vostra sustanza, rimarr

, bene, t'ho inteso: tornale indietro e diteli ch'io lo ringrazio. TOFANO.... che lo perdoniate se non l'ha potuto mandare piú presto;... PANURGO. Basta, vatti con Dio. TOFANO.... che vi volevate vestir da dottore,... PANURGO. Vattene, che non servono piú. GERASTO. Lascialo parlare, che te importa? TOFANO.... che volevate ingannar un certo medico. GERASTO. Che medico? che dice di medico?

per la similitudine che nacque del suo parlare e di quel di Beatrice, a cui si` cominciar, dopo lui, piacque: <<A costui fa mestieri, e nol vi dice ne' con la voce ne' pensando ancora, d'un altro vero andare a la radice. Diteli se la luce onde s'infiora vostra sustanza, rimarra` con voi etternalmente si` com'ell'e` ora;

Quando ritorna, li vo' far un scorno da vergognarsene, e l'arò da oggi innanzi in quella opinione che si conviene. Andate a trovar Erotico; cercate Orgio, zio di Sulpizia, e diteli che stia apparecchiato per questa sera. PEDOLITRO. Ho ritrovato vivo un mio fratello cugino; or vo' andar con mio figlio a casa sua. Della amorevole offerta, signor Pardo, ve ne resto obligatissimo.