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Ora se vuoi conoscere come il Papa allora instasse su cosa dalla quale ripugna adesso, la ragione ti comparisce manifesta. Il sacerdozio in cotesti giorni sentiva non potersi ordinare a suo modo, e farsi stato dentro lo stato per riuscire più tardi stato solo e trapotente, se non si appartava dalla subiezione dello impero, però mostrava repugnanza dello antico istituto di principato comprenditore eziandio del sacerdozio per giungere a stabilire un sacerdozio comprenditore del principato: insomma rovesciare la medaglia. Il quale intento avendo con pertinacia grande, e con fortuna ottenuto vediamo il Papato armarsi di leggi atte a camminare compagno a canto lo stato, e se gli capita, padrone; e di vero prima fu compagno, e poi padrone; per ultimo anch'ei provò quanto sia vero il proverbio, che chi più stringe meno abbraccia, e decadde dal superbo concetto di signoria universa sopra le cose spirituali come sopra le temporali, non gi

Tutto ciò decadde ne' tre secoli, si può imitare da modelli piú antichi, antiquati. Voi avete tutto a fare; voi siete nella piú bella condizione che sia o possa essere al mondo, per uomini giovani, forti, e bramosi di servir la patria.

Così il suo ingegno decadde lentamente. In quella battaglia continua il suo spirito s'inasprì, svanì la bella fede giovanile, il giudizio si velò d'ingiustizia, Fu acre, bilioso, capriccioso, dubitò di , dubitò dell'arte, dubitò di tutto. Fece del mestiere, stanco, spossato, esaurito, senza entusiasmo, senza fede, chiudendo gli occhi per non guardar l'avvenire, sorridendo di scherno a chi ancora lo incoraggiava. Come odiava quel lavoro che faceva, come lo odiava! Come gli sembravano grette e meschine quelle ideucce che doveva allargare, ingrandire, gonfiare, ricamare con tutti i lenocinii della penna mentre aveva nel cervello la vastissima tela del suo libro! Come erano infedeli, piccole, pallide, incomplete le figure delle sue novelle, di fronte alla eroina del suo romanzo: che aveva egli di comune con quelle figure? Non le aveva amate, non lo amavano, non gli appartenevano gli avevano procurato dieci lire con cui aveva comperato un paio di scarpe: ecco tutto, Allora il pubblico, presentendo la fine di quell'ingegno, lo abbandonò; era un limone spremuto da una mano gigantesca, era un cervello distrutto, cellula per cellula, in uno spaventoso ingranaggio. Che poteva importare al pubblico di Mario? Non vi erano forse altri limoni da spremere, altri cervelli da esaurire? La sua opera non fu più ricercata, i giornali rifiutarono i suoi articoli; egli si era suicidato giorno per giorno, ora per ora; non trovava più concetti, non trovava più parole, si ripeteva orribilmente, scendeva alle frasi comuni, l'originalit

La Pittura, toccato ch'ebbe con Raffaello il grado supremo della perfezione, decadde secondo il fato naturale di tutte le cose quaggiù. Però in talune la decadenza avviene inevitabilmente, imperciocchè abbiano perfettibilit

Una volta stavo a Fenis in Val d’Aosta per cercare e copiare le scritture murali del castello. L’oste del paese discorreva volentieri e mostrava di saperla lunga. Lo domandai degli antichi signori. Mi rispose con molta sicurezza che il Castello era appartenuto al duca di Borgogna. Rimasi. La Valle d’Aosta appartenne realmente al primo ed al secondo reame di Borgogna, ma fino dal secolo XI passò ai Conti di Savoja più mutò padrone. Fenis poi, era feudo dei signori di Challant; il castello fu edificato da un Aimone di Challant verso il 1350, più uscì della famiglia finchè questa non andò estinta sul principio del secolo corrente. Tutta la vita castellana del castello di Fenis appartenne dunque alla Casa di Challant, spenta la quale, il castello decadde in cascinale ed il padrone, di signore in semplice proprietario. Come mai la remota dominazione borgognona aveva potuto far scordare la recente signoria dei Challant, e la perdurante sovranit

E quindi sembra da abbandonare del tutto questa supposta legge universale, e da cercar piú attentamente in ciascuna delle colture decadute le cause speciali che la fecero decadere. E cosí facendo della romana, parrá chiaro ch'ella decadde originariamente e principalmente per la sola ragione, che fu spenta la libertá.

Le ultime monete son queste che i Veneziani improntarono per quella diletta colonia. Undici anni dopo, nel 1669, esauriti da' nostri tutt'i mezzi ch'erano in loro potere per impedire i progressi delle vittorie de' Turchi, e prolungare una resistenza ormai divenuta inutile ed impossibile, abbandonati dall'Europa incivilita, ammirati da' contemporanei e più da' posteri, segnarono quella capitolazione per cui Francesco Morosini poté insuperbire quasi d'una segnalata vittoria. Da quel giorno Candia decadde, Candia, memore dell'affetto di Venezia, Candia mal tollerante il giogo de' barbari. E da quel giorno sottentravano gli aspri e i par

In tale sfera di cieche confidenze, di ostentate omissioni, di trascuranze ignobili, la milizia veneta si era appartata dal grande organismo dello Stato, come vergognosa di essere, come desiderosa di vivere semplicemente tollerata. E decadde ed intisichì in questo abbandono come una pianta selvatica e parassitaria.