United States or Caribbean Netherlands ? Vote for the TOP Country of the Week !


La regione montana, nel suo insieme, comprende circa 1450 specie di piante. Nelle vallate, il sostituirsi della flora montana alla mediterranea è segnalato specialmente dai prati, dalle file di alberi a foglie caduche e dalla mancanza ormai quasi assoluta delle colture arboree sui terrazzi costrutti lungo le scoscese pendici. Ma non v'è, nella parte meridionale delle Alpi Marittime, una zona continua di foreste a foglie caduche, predominando invece le conifere dalla costa al limite della vegetazione arborea, specialmente nei grandi ed antichi boschi. Però tali boschi, nella regione montana, cominciano d'ordinario a discreta altezza sopra il fondo delle vallate, caratterizzati da gruppi di alberi verdi solo nella calda stagione, i quali con poche eccezioni non escono dalla zona submontana, potendosi così denominare questa la regione del castagno e della quercia, mentre l'albero più comune della vera zona montana è il pino selvatico (sul lato nord invece il faggio). È notevole che il castagno sul lato meridionale non scende così basso come la maggior parte degli altri amentacei, mentre nello stesso tempo sale più in alto che quasi tutti. Il Risso menziona 38 variet

, quand'anche n'avessimo luogo, noi disputeremmo qui od altrove delle nostre glorie dubbiose. N'abbiam tante delle certe! E in somma, questo secolo di Dante fu certo cosí grande in colture, come il vedemmo piccolo e cattivo in politica. E fu accennato da Dante che se n'intendeva. In queste può giovare tal divisione piú chiara e piú mnemonica.

Ma essendo scopo nostro accennar le relazioni, le dipendenze d'ogni nostra coltura dalle condizioni e dai fatti politici nazionali, ci parve piú utile seguir le epoche, le divisioni giá dateci da questi fatti. Che anzi, se non sia illusione, ci pare che ne risultino divisioni, periodi piú naturali nella storia stessa delle colture considerate in .

Greci o latini, i maggiori di tutti questi son quelli che si soglion chiamare meritamente i «santi padri della Chiesa»; e i piú sono dalla metá del quarto alla metá del quinto secolo, quando giá era poco men che cessata la coltura antica, quando giá erano inondati di barbari i due imperii, e principalmente il latino; onde apparisce piú che mai la contrarietá delle due colture antica e cristiana, delle due serie decrescente e crescente.

Quindi indipendenza compiuta, tranquillitá almeno esterna, e commerci, marineria, arti, culti splendidi, civiltá e colture, o eguali o poco minori dell'elleniche. E in breve, allargamenti, conquiste.

Che anzi, la potenza di questa non sembra esser diventata preponderante nel Mediterraneo, se non appunto quando cadde l'etrusca; e la rivalitá che siam per vedere di Roma con Cartagine non fu probabilmente se non retaggio tramandatole dalla Etruria. Colture.

Aveva veduto una bella casa, con tutti gli agi della vita, un parco principesco, e le campagne che aveva osservate dal belvedere le parevano immense. E infatti il padrone di casa non aveva trovato necessario d’indicarle i confini, di avvertirla che il verme dell’ipoteca rosicchiava quelle colture, e produceva gli effetti della filossera.

Secondo le colture e le stagioni essi guadagnano da centesimi quaranta a una lira al giorno; e i contadini che ricevono una lira sono i fortunati, e per qualche mese soltanto: durante la semina e durante il raccolto. Salvioli; ma la differenza deriva dall'avere essi calcolato in denaro la parte che ricevono in generi. In generale i salarî sono più elevati dove la coltura è intensiva.

E quindi sembra da abbandonare del tutto questa supposta legge universale, e da cercar piú attentamente in ciascuna delle colture decadute le cause speciali che la fecero decadere. E cosí facendo della romana, parrá chiaro ch'ella decadde originariamente e principalmente per la sola ragione, che fu spenta la libertá.

²⁸² Giarrizzo, op. cit., p. 16. Non meno esiziale agli interessi agricoli della Sicilia deve ritenersi la maniera ond’erano tenute le terre comunali. Il diritto di pascolare e di legnare, indispensabile alla vita delle popolazioni rustiche, anteriore a re ed a leggi, e da re e da leggi sempre riconosciuto, impediva la coltivazione dei terreni; come la coltura che in alcuni si faceva era sempre fittizia e poco o punto produttiva. I fondi del comune, sentenziava il Gregorio, non son di nessuno; se non si usurpano, si abbandonano o si trascurano, che divengono sterili e brulli. Le terre poi a colture, perchè in mano a fittaioli, che le smungono a più non posso, poco o punto ottenendone, ritraggono dai giurati che li danno a fitto, ed i quali, perchè amministratori temporanei, non si travagliano a promuoverne la maggiore e più permanente coltivazione. E del resto l’amministratore d’oggi potr