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ORGIO. Faccisi quanto comandate. Fermatevi, ché voglio esser partecipe delle vostre fatiche e compagno nelle vostre sciagure; ché le nostre fortune poiché hanno una conformitá fra loro, andiamo insieme. ATTILIO. Avendo per compagno un amico cosí caro come voi sète, la mia sciagura diverrebbe fortuna: però vo' andarmene solo e disperato.

In quattro legioni suddivise Orazio la banda; e queste furono comandate da Attilio, Muzio, Silvio ed Emilio, l'antiquario, che era stato secondo in comando prima dell'arrivo dei nuovi amici.

PEDOFILO. O di casa, fate che cali qua giú Amasia per cosa che importi assai. Che pregne? che sposi? che traghetti? imparate di grazia ad esser piú continenti nel parlare. ERASTO. Vi prego che voi tacciate: lasciate ragionar a me primo, ché forse vergognandosi della vostra presenza non volesse accertarlo. PEDOFILO. Farò come volete. Eccola che giá viene. AMASIO. Che comandate, mio padre?

ERASTO. Come maschio? non l'ho io avuta in braccio cinquanta volte? PEDOFILO. Io per non rompermi con te tutto oggi il capo, avendoti manifestato quello che importa piú, vo' manifestarti quello che importa meno. Amasio, va' dentro insieme con lui e fagli conoscere se sei femina o maschio. AMASIO. E mi comandate cosí, padre? PEDOFILO. Cosí ti comando io. AMASIO. Venite dentro. ERASTO. Volentieri.

Non parlo dei quaresimali, degli esercizi, delle feste comandate e non comandate, che si seguivano con troppa frequenza. La confessione era un fastidio grande; la preparazione alla confessione un fastidio anche maggiore.

Che sarebbe egli andato a fare nel Borgo, se non vinceva prima una battaglia in aperta campagna? E questa battaglia, come poteva argomentarsi di vincerla, in mezzo a quella selva di bastite, e in quelle gole tutte comandate da greppi, donde i sassi eran difesa bastante contro un esercito anche due volte più numeroso del suo?

«Vi anticipo, Stimabilissimo Signore, tutta la mia riconoscenza compiacetevi, vi prego, di un riscontro e comandate in ogni caso il vostro Dottore Cammillo De Serafini in San Dalmazio Maremma Toscana.

ESSANDRO. Andrò volontieri. CLERIA.... ch'io piango e ch'io muoio.... ESSANDRO. Sará fatto... CLERIA.... E se m'ama, che venghi presto.... ESSANDRO.... quanto comandate.... CLERIA.... E se mio padre non si contenta darmelo per sposo, digli ch'io vo' fuggirmene seco nella fin del mondo. ESSANDRO.... Volete altro? CLERIA. Non altro; raccomandamegli strettamente.

PARDO. Farò quanto tu dici: ché, non avendo errato mai con l'aviso de' tuoi avertimenti, voglio assicurarmi in questo ancora. Facciamo che amboduo si sposino per la sera. TRINCA. Come comandate. PARDO. Di' a mio figlio che si ponga in ordine, ch'io aviserò Orgio, zio di Sulpizia, del medesimo.

TRASIMACO. Se posso ricompensar la fatica che avete durata per me, comandate e sarete servito. TRINCA. È stato poco per sodisfar al debito mio con un par vostro. TRASIMACO. Restate in pace, buon rivelante. TRINCA. Andate in buon'ora, buon ascoltante, ser capitano. PEDOLITRO vecchio. PEDOLITRO. Ringraziato sia Idio, che pur son gionto al fin del mio viaggio, che son a Nola, patria mia.