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Voi tornate a Nervi? gli domandò Roberta. , signorina, sùbito. Sùbito; bisogna vi andiate sùbito; io vi pagherò il ritorno. Ma vi spingerete fino a casa mia, e consegnerete questa lettera alla signora, sapete? l'altra signora che è sempre con me.... Andate sùbito; non fermatevi per via.... Fra un'ora dovete essere lassù!

CAPITANO. Bestie indiscrete, fatevi adietro, ché quelli han fatto bene a morire perché sono usciti d'impaccio; ma voi ponetevi i stivali, pigliate i cavalli da posta per andar all'altro mondo! Olá olá, fermatevi! ERASTO. Non è niuno, non dubitate.

Voi volete farmi ammazzare? fermatevi, signora, e vi priego, se pur v'è rimasta qualche reliquia viva del primo amore, che vi degnate di esser spettatrice di questo ultimo segno, che posso darvi dell'infinito amor che v'ho portato e che vi porto, perché dinanzi a gli occhi vostri, come a mio idolo terreno, vo' trafiggermi con questa spada, e consegrarmi vittima vostra.

, e aspetterete le risposte, se ve ne sono; andate lesto, e sopratutto non ciarlate, come so che vi piace di fare, e non fermatevi per via a.... capite cosa intendo dire?... Il servo si mise una mano al petto, e con una profonda riverenza indietreggiando fino alla porta della sala, s'affrettò di compiere il cenno della contessa sua padrona.

Mi vergogno di me stesso, ardo d'ira e di sdegno, ma suspico che trama d'amore ne sia cagione. Ma ecco mi sovragionge quest'altra seccaggine del capitano. Non so che voglia questa bestia da me; fuggirò per quella strada. TRASIMACO. Fermatevi, gentiluomo, nella cui figlia è fondato il trionfo della illustre mia generazione. PARDO. Ho da far altro, perdonatemi.

FORCA. Romper la testa a chi se la rompe ogni ora per pensar trappole per vostro serviggio? fermatevi, vi dico. PIRINO. Non mi fermarò, se prima non ti arò cavato il core. FORCA. Volete cavar il cuore a chi ha cavato i danari dal cuor di vostro padre? Cancaro, io l'ho scappata bene, aiutami tu, Panfago! PANFAGO. Or ora torno. PIRINO. Assassin cane, ti voglio aprire il petto!

DULONE. Io non vedo niuno: egli è sparito come una nebbia. Ma fermatevi, dove andate? ERASTO. Orsú, me la pagherai davero! DULONE. Padrone, io son chiaro di quanto dubitava: mentre voi sète stato in casa di Cintio, egli, uscendo dalla casa di Amasio, è stato in casa vostra, ha ragionato un pezzo con Lidia dalla finestra. Al fin calò a lui; l'ha usata violenza e fattala sua donna.

Ah , ora mi ricordo; ripigliò il Campora; «fermatevi all'Altino, c'è buona l'accoglienza e meglio il vino». E dimmi, per caso, non ne avresti portato un fiasco di quel buono? E' sarebbe proprio la man di Dio. Gli è tutto andato, messere; disse il Maso con aria contrita. Ci avete conciati davvero per le feste.

Così dicendo, la principessa conduceva seco Curzio; quando, giunta con esso al cancello del camerone, s'imbattè sulla soglia con monsignor Pagni. Fermatevi, o signora! gridò il prelato. Essa si arrestò come impietrita. Curzio si ritrasse sdegnosamente lontano. Voi mi avete ingannato, disse monsignore a bassa voce alla principessa. Lasciatemi! diss'ella. Fermatevi, ripigliò monsignor Pagni.

Egli camminava con una lentezza paurosa: guardò le pistole, osservò freddamente l'acciarino, le montò con cura e le appuntò alle tempie del marchese di Tracy. Gl'istessi padrini si ribellarono a quell'atto. Fermatevi, Gaucherin! Voi uccidete un inerme gridarono Basta!... cotesto è un assassinio! Ma il marchese ebbe un pensiero di speranza, Gaucherin un atto di compassione.