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Per questa strada di qua a Lidio me ne vo; ché in casa forse sará. SAMIA serva, LIDIO femina, LIDIO maschio. SAMIA. Bene è vero che la donna è sopra la pecunia come il sole sopra il ghiaccio; che, del continuo, lo strugge e consuma. Non prima lesse Fulvia la polizza del negromante che la mi dette questa borsa de ducati perché io a Lidio suo li porti. E vedilo a punto .

Come voleva io cedervi un maschio per isposa a vostro figlio, qual voi credevate femina? e se ben mi ricordo, ve l'accennava con certe parole mezo scoverte; ma voi non la volevate intendere. Or che vi scuopro che sia maschio, il matrimonio ch'io vi domando è convenevole.

ARREOTIMO. O misero Arreotimo, e qual prima piangerai di tante disgrazie? che di maschio ch'io pensava Cintio, or sia femina; o di femina che ora la trovo, sia disonesta; o che nel fin perduta l'onestá, abbia insieme a perder la vita? o debbo forse pianger me stesso che sia vissuto insino a tanto ch'abbia dovuto veder tante disgrazie?

Quella sera, dopo la partenza del babbo, Lalla era nel salotto rincantucciata nella poltrona, spettinata, cogli occhi e il naso rossi, tutta avvolta nello scialle, perchè sentiva, o almeno dicea di sentire, quei brividi di freddo che corrono fra carne e pelle, dopo un pianto dirotto. Ma, mentre tutte le altre volte in simili casi usava di ritirarsi per tempo, quella sera invece ai fermò dopo il pranzo, e quando udì la nota voce di Sandro diede una scappatina in tinello, dicendo alla mamma che lo volea pregare di serbarle vivo il primo cardellino maschio che gli capitasse in ragnaia. Il cardellino, naturalmente era un pretesto; ma da ciò non è lecito supporre che l'amicizia fra i due giovani fosse in così breve tempo diventata più intima. Sandro era ancora le mille miglia lontano dall'immaginare la fortuna, o la disgrazia, che lo aspettava. Se non che da quel giorno i discorsi della signorina lo impacciavano; erano sempre pieni di frizzi, di allusioni ai suoi amori, allusioni e frizzi che lo facevano poi andare in bestia contro quella chiacchierona della Nena. Quando Lalla lo pregava di alcune commissioncelle, compere di lana, o di lapis, o di carta per il disegno, nelle gite che egli frequentemente faceva in citt

Cítola, che fará fare a mia figliuola de' cítoli, dolente a me! PASQUELLA. Eh! non dite coteste parolacce! Che cos'è? non è Lelia? GHERARDO. Dico che gli è un maschio. PASQUELLA. Eh, non è vero! Che ne sapete voi? GHERARDO. L'ho veduto con questi occhi. PASQUELLA. Come? GHERARDO. Adosso alla mia figliuola, trist'a me! PASQUELLA. Eh! che dovevano scherzare! GHERARDO. È ben che scherzavano.

A mezzogiorno preciso di un lunedì di luglio, arrivarono i danzatori del Sole, quindici in tutto, per sciogliere i loro differenti voti. Essi si chiamavano: Segue una donna, Vive nell'aria, Buco grandissimo, Vitello bianco, Segna a tre, Cane maschio, Piccolo giorno, Ragazzino, Corno vuoto, Aquila, Tettoia, Aquila doppia, Giallo, Povero cane e Falcone battagliero.

Povere valli prostituite! Tutte le innumerevoli bocche vegetali use a fiatare nel tramonto profumi di timo e menta selvaggia sono imbavagliate! Tutti i pini coi loro incensieri di resina naufragano asfissiati nella marea di torridi puzzi avviticchianti feroci, granulosi che agganciandosi e spumando salgono, salgono ad insozzare le cime! Queste esasperate dall'orrore sembrano centuplicare la loro splendida bellezza di smisurati corpi, vivi, nudi, rosati dal sole. Non ammettono, rifiutano il tragico fiume d'immondizie umane che assale i loro fianchi. Emergono cime nevose, tornite, gonfie di salute e desiderio come belle poppe di donna con in alto il bottone di rosa montana del capezzolo offerto ad un vento maschio selvaggio tutto muscoli in velocit

Nel maggio del 1849, quando venni trasportato a Volterra, mi furono cortesi di offerirmi di logorare la mia vita a scelta; o nel maschio, dimora del Conte Felicini di scellerata memoria, o nell'ospedale dei condannati: scelsi l'ospedale.

ESSANDRO. So che, disponendoti d'aiutarmi, posso promettermi dal tuo ingegno quanto desidero. PANURGO. Pensi che sieno finite le stampe di quei Davi e Sosi e di quei Pseudoli delle antiche comedie? Or stammi di buona voglia. ESSANDRO. Andiamo a casa tua, che vo' vestirmi da maschio, ché oggi la vo' finir con Cleria: tentar prima l'animo suo e palesarle il tutto, poi seguane quel che si voglia.

L'altro vedete c'ha fatto a la guancia de la sua palma, sospirando, letto. Padre e suocero son del mal di Francia: sanno la vita sua viziata e lorda, e quindi viene il duol che si` li lancia. Quel che par si` membruto e che s'accorda, cantando, con colui dal maschio naso, d'ogne valor porto` cinta la corda;