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Come avevo potuto fino allora vivere di nulla al pari di una farfalla? Mi sembrava ora che il mondo fosse pieno di tante idee, di tante bellezze ignorate, di tante gioie austere e forti ed anche di sorrisi più intensi, più alati, più profondamente dolci di quelli a cui ero avvezza. Che cosa mi avevano annunciato tutti gli aprili della mia vita se non il ritorno dei fiori?

Così non cadde il sogno Amoroso di Dante nel trionfo Di Beatrice morta e va soave Nel triste verso il nome di Nerina: Così per voi tra i vivi si perpetua Il culto della Grazia, o a noi rapite Ancor ridenti nell'esiguo fato Di pochi aprili!

Pur vi rivedo ancor, povere stanze, Linde stanzette de la madre mia: Oh, nel mio sen, che folla di speranze, Quando, ricca di sogni, io ne partìa!... Pur vi rivedo ancor, povere stanze. O bianco letto ove dormii bambina, O vaghi fiori, o ninnoli gentili, Soavemente, con virtù divina, Voi mi parlate dei trascorsi aprili; O bianco letto ove dormii bambina!...

Salto dal letto prendo il mio libretto di note dispongo bene il corpo nudo e coricato di Rosina: Chiudi gli occhi. Bene!... ora aprili! Occhi meravigliosi. La cornea lievemente azzurrina venulata agli angoli da piccolissime venette sanguigne, nuota in uno strano rosolio dorato. La pupilla è nera cerchiata d'oro scuro...

Non so di Marzio, e non ho veduto marzi, aprili.

che a le donne, sedute coi bimbi rachitici al seno, dicon non so che sogno, non so che miraggio sereno. Rapsodo vagabondo, nel buio de’ freddi cortili getti, come d’incanto, l’effluvio de’ liberi aprili; Nina, Rosetta, Bice discendono a salti le scale, ansando un poco, smorte del lento terribile male

Ride tra il verde la tua giovin casa Da gaie torme di trastulli invasa Dispersi sui tappeti: I tuoi balconi sono aperti al sole, E vi penètran sogni di vïole, Effluvii di roseti: Il bimbo corre per le chiare stanze, Tu il miri e tessi de le tue speranze Gli azzurri e tenui fili: L’anima esulta, si dilata e sale Come salgon danzanti atomi ed ale Nel ciel dei freschi aprili.

Valeria scriveva a Nino che Nancy, «la nostra piccola Nancy», era fidanzata ad Aldo Della Rocca, ed oh, mio Dio! non poteva Nino far nulla per impedirlo? Ed ah! perchè, perchè sua sorella Clarissa li aveva invitati tutti e due alla villa Solitudine, in modo che, come diceva Fräulein Müller, o forse era Heine? «wie könnte es anders sein»? Poichè nessuno, nessuno che avesse veduto Nancy nello splendore dei suoi diciassette aprili poteva non innamorarsene. Ed oh! le doleva tanto il cuore pel povero caro Nino, di cui aveva ben indovinato il segreto; e di cui poteva comprendere le sofferenze, poichè, mio Dio! non aveva sofferto tanto anche lei quando s'era accorta che l'amore di Nino non le apparteneva più?... Ma a che curarsi ora di tutto ciò? E poi non era mai stata colpa di Nino! Era la sua propria colpa e quella del destino... E del resto Nino non doveva credere che ella avesse veramente sofferto, poichè non era vero... E ora non pensava più affatto a quelle cose, ma solo a Nancy, solo a Nancy! E per carit