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Povera finestra, sempre quella, da cui non entrano più le tranquille visioni dell'alba, e le placidezze amorose dei plenilunii: poveri fiori della mia vecchiaia, che vi siete disseccati sulle radicine delle più soavi viole del pensiero: povera stanzetta della mia morte, senza una culla, senza un ritratto di donna, senza un ricordo della mia giovinezza!

Entrate, pecorelle.... Riparatevi in questo ovile! Ascoltate le sante campane amorevoli, che fanno ondeggiare i loro suoni come le Andaluse fanno ondeggiare i loro fianchi rotondi. Noi abbiamo coperti di rose e di viole gli altari della Madonna. La penombra delle cappelle è misteriosa come quella della camera nuziale.

O amore, amore, amor!... Tutto ti sento Divinamente palpitar nel sole, Nei soffii larghi e liberi del vento, Nel mite olezzo trepidante e puro De le prime vïole! Come linfa vital, caldo e ferace Vivi e trascorri nei nascenti steli; Con le allodole canti; angelo audace Fra mille atomi d’ôr voli, e cospargi Di luce i mondi e i cieli.

Intanto la duchessa aveva colto due magnifiche viole del pensiero e le infilava colla prestezza graziosa delle manine pallide e ingemmate, all'occhiello di Sua Eccellenza. Oh, signora duchessa! Amabilissima!... Il ministro, dopo tanti discorsi, tanta politica, tanto parlare e tanto caldo, respirava a larghi polmoni quell'aria libera.... e la bellezza, la fragrante giovinezza di Nora.

Sarchiava, innaffiava le sue aiuole, potava i rami, curava le margotte, maritava le viole e i garofani, creava nuove famiglie di tulipani, fantasticava le camelie azzurre.

Non sei dunque tu pure un’operaja che agucchia sulla tela il suo destino?... Oggi con esse mettiti in cammino, cantando qualche canzonetta gaja. Le campane del vespro han le parole di pace che in lontani tempi udivi; quando, fanciulla ancor, pei verdi clivi del sogno errasti a cogliere viole.

Ecco, deponiamo qui la nostra raccolta, tornò ancora la piccina, voi mi farete tanti piccoli mazzolini, ed io intrecciandoli insieme comporrò la corona. Vi piace? , ! E tutte si misero all'opera. Oh quanti bei fiori! E come sono olezzanti! Più di tutti le viole. Come piacciono a me le viole! Io ne vado pazza. Continuerei tutto il giorno a coglierne. Io pure.

57 Mercurio al fabbro poi la rete invola; che Cloride pigliar con essa vuole, Cloride bella che per l'aria vola dietro all'Aurora, all'apparir del sole, e dal raccolto lembo de la stola gigli spargendo va, rose e viole. Mercurio tanto questa ninfa attese, che con la rete in aria un la prese.

Rifioriti, certo disse, levandosi, Clara. Viole mammole? Rose bianche? Crisantemi, crisantemi, Anna! e sulla tetra parola fece una gran risata, si licenziò con un sorriso da Serra, con una stretta di mano da Anna, attraversò il salone, salutando ancora qualcuno ed escì.

Per più non ritrovar la derelitta, Il vecchio cavaliero ancor sen giva Con la corazza da uno stral trafitta. Poi divenne l'amor falso, elegante, Al dolore ribelle e insiem crudele; E se restava un core ancor fedele Pareva in uggia al secolo incostante. Il convento s'apriva a qualche amante Sconsolata, e chiudevasi. E le vele Verso Citera vôlte al suono de le Vïole seguitava il trionfante