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I comignoli di Lizzola fumavano tutti annunziando che cento famiglie apparecchiavano la modesta cena: e i due vecchi, l'uno coricato e nascosto dalle coperte sino al mento, l'altra al capezzale con le mani sul grembo, piangevano, piangevano, mentre l'ombra calava. A poco a poco Martino cessò di sospirare e parve addormentarsi.

Essi le legarono le mani alla schiena, poi l'attaccarono ad un mobile, lungi dal cadavere che giaceva steso lungo lungo sul suolo, coricato sulle spalle, di guisa che Concettella potesse contemplarne la faccia deformata. Sovvengati! disse Filippo. Sii maledetta! sclamò Gabriele. Poi chiusero la porta della camera ed uscirono, chiudendosi dietro tutti gli altri uscì.

E in quell'ora che cosa faceva Roberto? Le donne non avevano dormito, ma Roberto quella notte non si era neppur coricato. La camera di Antonietta corrispondeva in via della Ca' d'or, ed egli aveva passeggiato su e giù per ore intere, guardando in alto verso la finestra, che vedeva illuminata.

Io sentiva di non essere più solo al mondo, poichè avevo guadagnato l'amicizia d'un cane. Dopo d'aver cenato in compagnia, dormimmo nello stesso letto, essendosi egli coricato ai miei piedi, come se fosse una vecchia abitudine. Risvegliandomi al mattino, osservai ch'egli non dormiva più, ma mi guardava immobile, per non disturbare il mio sonno.

L'attendente di Bosca un pugliese forte e audace che si chiama Siciliano e sembra un vero Arabo si è coricato sotto il motore. Il fuoco è domato. Sembra il destino di questa pattuglia di blindate di avanzare con fragori e incendi. Certo, gli austriaci ci hanno scorto. Rallentiamo. Devono essere molto vicino. Una luce. Si veglia in quella fattoria.

«La cometa! L'astro della mia rovina!» e cade privo di sensi a terra. Rimane a lungo, molto a lungo privo di sensi. Il cavallo si è coricato al suo fianco, ed ansa; ha la bocca aperta; la lingua ne esce penzoloni, inaridita; gli occhi si spengono; la povera bestia è prossima a morire di stanchezza, d'inedia, di sete. Il capo si desta.

Il giovane schiavo bello balzò in piedi, guardò l'orologio ad acqua e si prostrò a terra. È la quarta vigilia della notte, divino Apollo, rispose. La quarta vigilia. L'alba non era ancora spuntata sul cielo. Egli si era coricato, che la terza vigilia stava per finire. Aveva dormito brevissimo tempo. Eppure un simile sogno.

Le tenerezze del padre erano più rare e di più breve durata. Bastava un filo di luce ad impedirle o a soffocarle. Ma la sera qualche volta il pover’uomo spariva furtivamente dalla stalla. Saliva scalzo ed in punta di piedi la scaletta di legno che mette al primo piano, entrava nella stanza maritale dov’era coricato Gian-Paolo, e l

Il deserto lo ha ucciso. Un anno intero è durata la lotta del viaggiatore col deserto, dell'atomo coll'infinito. Non sappiamo nulla di questa epopea e non la sapremo mai, possiamo colla temeraria fantasia riprodurcela. Che cosa è un giorno nel deserto con quell'arena, con quel sole, con quel cielo, quando nessuno ci vede e nessuno ci ascolta, quando si può ridivenire vili senza avvilirsi ad alcun occhio; quando si può piangere ed è inutile, o si può essere ancora impassibili e quest'eroismo pel quale la gloria non esiste può rimanere sopraffatto istantaneamente dal primo leone che passa o dal primo insetto che vola? E la notte col terribile freddo della evaporazione quando le sabbie nelle quali si è coricato si assiderano e non si ha che lo stesso mantello che al meriggio ci riparava dal sole, e le stelle si affacciano nel cielo diventato di un sereno vitreo, e il deserto è ancora biondo ma percosso da urli di animali vaganti per la notte in caccia? Dove sar

Ghiandusso sorride senza comprendere la mia frase sibillina, poi con voce materna: Per ora ho coricato dentro la Zaz