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Si prendeva il thè nel giardino del Vicar; Valeria aveva per vicino un giovane che, offrendole dei biscotti, le diceva che per il mese d'aprile faceva abbastanza caldo; e che l'anno scorso a quest'epoca faceva più freddo. Intanto, di l
S'avvicinò lentamente, trascinando un po' i piedi sulla ghiaia del viale. Edith gli saltellò incontro e mise la sua mano tiepidetta nelle dita fredde e avvizzite del vecchio. Quindi si avviarono insieme verso la casa. Le hai viste, nonno? chiese lei, sgambettandogli intorno mentre egli procedeva a passo lento traverso il prato. Visto chi, cara? domandò il vecchio. Ma Valeria, e la bambinetta.
Suonavo sempre del Chopin per lo zio Giacomo, che del resto detestava la musica... E poi... quando mi sono sposata... Tom... qui Valeria ruppe in nuovi singhiozzi mi diceva sempre... che preferiva me... a... a... Pachman... e a tanti altri... Edith, commossa, l'abbracciò.
Subito la faccia con le ali comparve sopra di lei: Sì, cara! Sì! Coraggio... brava, brava! Valeria le disse di fermare quell'acqua, ma la faccia non pareva sentire, sorrideva dolce e diceva: Sì, sì, cara! non sar
La signora Valeria, ordinariamente così calma, scattò infastidita. Per lavorare e farti lavorare come un cane?... Ci vada lui nel posto quieto, e ti lasci per un mese qui a riprender lena.... Perchè, gi
D'un tratto Valeria scoppiò in pianto, e cadde in ginocchio davanti al foglietto di carta, e ne baciò l'orlo nero, e pregò Dio e Tom che la perdonassero. Poi bruciò il foglio, e andò dalla sua piccina, che gridava a squarciagola per tutto e con tutti, e cercava di uccidere una pecora di guttaperca, fino allora teneramente amata.
Per Diana ci voleva ben altro. Una maraviglia, un incanto... E mai un pentimento, mai un'esitazione... E neanche una nota. Che memoria! esclamò lo zio. Nossignore, improvvisava. Demostene addirittura. La signora Valeria slanciò un'occhiata di rimprovero al fratello, mentre Diana, piccata, replicava: Oh c'erano tante persone che applaudivano... tanti professori, tante signore.
I miei personaggi da Tivoli seguitando la via Valeria si ridussero a Vicovaro, ove a cagione del caldo grande e della via malagevole ebbero a soffermarsi, e con quanto cruccio del Conte Cènci non è da dire, il quale invano tentò di spingersi innanzi. I cavalli trafelati non obbedivano a frusta nè a sprone.
In quel momento vide Fräulein affacciarsi alla finestra del salotto e farle cenno colla mano di venire. Vado in casa un momento, tesoro. Non spingerti troppo in su, pregò Valeria, e si affrettò ad entrare. Quando aprì l'uscio del salotto, le si fermò il cuore.
Tutti, tutti dobbiamo pigliarci qualche ora di riposo... Anch'io guardo con desiderio a quel letto lì... E la signora Valeria accennò al letto di suo genero ch'ell'avrebbe occupato per quella notte e per le seguenti. Indi rispose: Appena la signora Carlotta avr
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