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Fece i suoi conti con molta diligenza, tirò la somma, e mise il foglio sotto gli occhi dell'avventore. Ma anche il frate scudiero ci volle dare la sua sbirciatina. Cinquanta castigliani! gridò. Ah furfante! Meriteresti d'esser trattato come quei due tuoi antecessori in Israele furono trattati dal Cid Campeador, che Dio l'abbia in gloria. Vuoi che te la canti io, la romanza?

Passai qualche ora deliziosa e troppo rapida, in adorazione davanti alla mia scoperta, chiudendo dentro di me le sensazioni e i pensieri tumultuosi che succedevano ai loro antecessori, coll'inevitabile scompiglio d'un cambiamento di guarigione; e prima d'incominciare una nuova lotta sentivo il bisogno di riorganizzare la truppa.

MASTICA. Come volete si serva: alla francese o alla italiana? MASTICA. Volete condisca la carne col petrosemolo, col coriandolo o col petrotimo. Vien qua, uomo da bene. MASTICA. Non chiami me? SENNIA. Non ci sei dunque? MASTICA. Questo nome non convenne mai a me ad alcuno di miei antecessori. SENNIA. Vien qua dunque, ribaldo piú d'ogni ribaldo.

Oltre il naturale talento che ha l'uomo di rifarsi, cruciava Astolfo il pensiero del tiro del prete, e della ingratitudine di Pipino; i suoi antecessori, ed egli per virtù di armi avevano conquistato le citt

Raguarda Gregorio dolce, Silvestro e gli altri antecessori e subcessori che sonno seguitati doppo el principale pontefice Pietro, a cui furono date le chiavi del regno del cielo da la mia Veritá, dicendo: «Pietro, Io ti do le chiavi del regno del cielo; e cui tu scioglierai in terra sará sciolto in cielo, e cui tu legarai in terra sará legato in cielo».

E punto fermo; il nostro geloso non potè cavarne più altro. Ma pur troppo gli si radicò nella mente il sospetto che tutti quei Proci, meglio educati degli antichi, ma fastidiosi ad un modo, fossero gli antecessori suoi, che andavano e venivano, bevevano il , recavano le notizie, le voci e i pettegolezzi della giornata, parlucchiavano d'arte e di scienza, scoccavano un frizzo, dicevano una galanteria, profferivano il loro ossequio, e, qualunque cosa facessero o dicessero, profanavano l'amore che non sentivano più, e la dignit

Può parer singolare che nella bella allegoria, che ci ha dato il motivo di questa digressione, Giuliano si atteggi apertamente a restauratore della fortuna dell’impero, compromessa dai suoi antecessori, mentre non accenna che a parole coperte alla sua guerra al Cristianesimo e non fa nessuna esplicita dichiarazione. Certo, quei pastori che sciaguratamente consigliano il padrone e gli rovinano il gregge sono cristiani e probabilmente son vescovi; le empiet

Il Banchetto dei Cesari è una satira piena di spirito e di saggezza, che fa onore a Giuliano, e come scrittore e come uomo e come imperatore. In quella satira egli passa in rivista tutti i suoi antecessori, di cui mostra gli errori, le colpe ed i vizî. Uno solo trova grazia presso di lui, ed è Marco Aurelio. Mirabile, davvero, questo giovane trentenne, che, padrone del mondo, pone, davanti a , come modello di condotta, il più savio degli imperatori. E su questa preferenza sono armonizzati tutti i giudizi dello scrittore, i quali, se peccano, talvolta, di severit

Eppure la Provvidenza accecò quel vecchio tentenna per il bene di questo povero popolo, e lo lasciò sulla perversa e miserabile via de' suoi antecessori a patteggiare cioè collo straniero, vendendogli vilmente il sangue de' suoi concittadini.

Alla mattina del Santo Stefano, il piovano di , che aveva da' suoi antecessori ereditato l'obbligo di benedire a Natale li defonti del palazzo, perchè un marchese Asdrubale aveva lasciato, con decima di miglio, di avena, di frumento, un beneficio alla confraternita della Buona Morte, alla mattina un poco tarda, il piovano, aprendo con una chiave irrugginita la cappella sepolcrale, trovava sulla pietra un uccelletto morto di freddo, lo spazzava via con una pappuccia, e, guardando per un corritoio una fuga di saloni e di saloni, incominciava a dire, stringendosi nelle spalle: Requiem æternam dona eis, Domine....