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La sua casa, d'altra parte, è elegantissima: ella ama le grandi serre, i grandi saloni, i mobili larghi e scolpiti che dureranno più di noi, ella dice, con una lieve malinconia i quadri antichi. I salottini, i mobilucci, i gingilletti, le statuine le sono antipatici.

Il duca di Balbek fece sensazione al suo apparire nei saloni di Parigi. Non conoscendo ancora il suo teatro, seppe dissimulare. La sua mal pratica passò per riserbo; i suoi difetti per originalit

Quindi la contessa Ginevra chiuse i propri saloni di ricevimento per non accogliere più che quei tre amici, e qualche altra signora, come la contessa Maria; più tardi v'entrò anche Giorgi, maestro di cappella nell'antichissima chiesa di Santo Stefano, povero e grande musicista, ammogliato ad una megera, che lo bastonava, senza che egli trovasse mai il coraggio di resisterle. La sua vita rimasta nel mistero, perchè la Confraternita dei Lombardi, che gli passava un magro stipendio di venti scudi al mese, non faceva quasi mai grosse feste, era tutta piena della sua arte: dava qualche lezione nel seminario, e scriveva secretamente magnifici pezzi di musica sacra, chiedendone l'ispirazione a Dio colla commovente semplicit

Lo si addimandava, nei saloni: l'Antinoo! È vero che si soggiungeva: dell'Auvergne! Ma che importa! dell'Auvergne o della Bauce, un bell'uomo è sempre un bell'uomo.

Un altro giorno il duca le disse: Tu ti devi annoiare sovente di codesta vita un po' solitaria, a cui la mia posizione nel mondo ed il ritiro di tua madre col figliuolo alla campagna ti condannano. Tu sai che il tuo mondo non mi seduce enormemente rispose Vitaliana e che i saloni mi attirano mediocrissimamente. Io non ò spirito quanto occorre per regnare.

Qualche giorno di poi si chiacchierava nei saloni di Parigi. L'uno diceva: Non sapete dunque? La duchessa di Balbek e suo cugino, il conte di Alleux, si sono asfissiati con dei fiori, per disperazione di amore. Disperazione!... con dei fiori! Alla lettera. Ed il duca? A' lasciato Parigi. Lo

In mezzo alla calca dei saloni era arduo poter contemplare le fisonomie e massime il portamento della persona ma da quella parte del vestibolo sulla prima gradinata ove s'era collocato il romano l'osservazione riusciva più facile ed abbracciava quelle che entravano e quelle che passavano senza entrare.

Questi edificò nuovamente l'interno, stanze e saloni, e l'adornò di pitture. L'attuale deserta abitazione dovette essere allora un luogo delizioso, tale che il nipote del re di Polonia non avrebbe potuto trovarne uno più bello.

Sergio non aveva solo lavorato, aveva altresì passate quasi tutte le sere nei saloni di Parigi, togliendo al sonno le ore cui destinava ai piaceri. Non lo si era mai visto più gaio, più galante, più felice con maggior vena, raccontar con più spirito e con più amplitudine. Lo si diceva innamorato di una principessa russa, la quale faceva mattezze per lui.

Il duca di Saint-Cassan presentò il principe alle Tuileries, ed a quella parte della aristocrazia francese che aveva accettato la monarchia democratica. Per il suo nome però, per il suo titolo, per i precedenti di suo padre, egli fu ricercato altresì e carezzato nei saloni dell'aristocrazia ribelle del Faubourg Saint-Germain.