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Aggiornato: 5 luglio 2025


Oh, figuratevi, diceva lo spagnuolo al Weill-Myot e la voce gli tremava, se Tiziano non avesse trovato una vera patrizia, una gran dama, di forme squisite, che stesse dinanzi a lui perchè egli delineasse, colorisse quel quadro, cui danno il nome di Venere!

E, allorchè, due giorni dopo il ballo, si seppe che il signor Weill-Myot avea elargito trentamila lire: e il modo ingegnoso ond'erano state largite, venendo in aiuto a vere, profonde sventure, cessarono tutte le mormorazioni: ed anzi Enrica fa lodata. Non si creda che tutto fosse disinteresse, o vi fosse soltanto stranezza, nella condotta di Enrica verso il banchiere.

La principessa arrivò alla Banca Weill-Myot e domandò dell'americano. Egli era ne' suoi appartamenti, facea colazione col celebre pittore spagnuolo Murcillo.

Avea saputo render abilmente grandi servizi a tre o quattro persone, che l'aveano pagato col fargli strada nel bel mondo. L'avventuriere americano si chiamava Gustavo Weill-Myot. Era di grande ingegno, di molta versatilit

A tal segno s'illudeva, non bastandole l'animo di credere a tutta la sua rovina. Un'idea corse alla mente del Weill-Myot. E subito, egli volle rompere il silenzio imbarazzante, che gi

Non poteva umiliarla di più. Quanto mi domandate, disse il Weill-Myot, che la teneva ora per una delle sue braccia bianche, morbide, robuste, a rimediar la vostra rovina? Non tutto quello che io valgo, rispose Enrica con una certa alterezza, poichè credeva averlo soggiogato. Mi basta un milione!

Cristina volle a lei pure offrir un mazzo di fiori. Mezz'ora dopo, la principessa e Diana risalivano in carrozza per tornare a Napoli. Enrica era assai silenziosa: pensava alla visita che doveva fare al Weill-Myot, gi

Il De Carlo, uomo rigido negli affari, silenzioso quando occorreva, amante de' colpi di scena, e che avea spesso qualche cosa di teatrale, si accostò al banchiere e gli pose sott'occhio gli astucci, aperti, ov'erano i gioielli. Un sorriso diabolico illuminò la fisonomia del Weill-Myot. Centomila franchi! riprese il gioielliere, e state sicuro che non ci rimetterete nulla....

Ammetteva gli uomini fossero sovente ingrati alla donna che li onora della sua predilezione; non ammetteva potessero esser ciechi, o non commovibili alla sua bellezza. Arrivò un servitore maestoso, in ricchissima livrea: portava con un gran vassoio d'argento, con due bottiglie, e bicchieri infilati in custodiette d'argento. Qualche istante appresso giunse il Weill-Myot.

Grandissima potenza, il Weill-Myot cagionava quei disquilibri. Voleva che la principessa, ad ogni modo, rimanesse in sua balìa, per possederla forse, di sicuro per umiliarla e dispregiarla. Intanto, mellifluamente, le veniva dicendo: Io vi ho sconsigliato più volte di gettarvi, a chius'occhi, in certi affari.... Ed era vero. Egli la sconsigliava.

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