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Aggiornato: 5 giugno 2025


E tu non parlare, e che non si sappia mai.... Il gioielliere fece un gesto come per esprimere che era superflua ogni raccomandazione. Il Weill-Myot accomiatò il De Carlo, dopo averlo ringraziato del suo buon ufficio: e, rimasto solo, prendeva i gioielli, li guardava di nuovo e li gettava in un cassetto nel quale, per ben richiuderlo, girava due volte la chiave. Sono soddisfatto! mormorò fra .

La principessa, senza dir verbo, corse a raccorre tutte le sue vesti; in pochi istanti finì d'acconciarsi. A un tratto il Weill-Myot se la vide dinanzi tutta minacciosa. Essa avea preso una pistola carica, dalla guaina in cui era infilata, in un angolo dello studio, e la puntava al petto del Weill-Myot. Questi raccapricciava d'orrore: domandava grazia.

Con le idee tumultuanti tornava su ciò che avea fatto. Il suo addio al mondo non era triste: ella avea lasciato un artista inebriato della sua bellezza: gli avea dato ispirazione per un capolavoro: il suo corpo vivrebbe all'ammirazione. Sollevò la sua bella persona dalla sedia. Guardò contro luce la fialetta datale dal Weill-Myot; scosse il capo; pareva non le andasse a genio.

E vorrei sapere, gli diceva anzi a volte il De Carlo, -l'uso che ne fate.... Non li avete regalati certo.... E tener morto un grosso capitale.... Comprendo che voi siete un ricco.... Sono ricco, e sono solo! ripigliava il Weill-Myot.

Il Weill-Myot contava su questa attesa, sulle trepidazioni che le avrebbe date, però si era appigliato al partito di lasciarle una speranza. Ad un tratto, fu annunziata alla principessa la visita del famoso gioielliere. Quale ironia, ella diceva fra , costui verr

La principessa voleva denaro. Aspettava, da un momento all'altro, Cristina, e le occorreva di comporre affari urgentissimi. Pensò effettuar il suo disegno di recarsi dal Weill-Myot. Egli le avea detto che andava alla sua Banca molto di buon'ora ogni mattina: che alle otto era spesso gi

Il marchese non potè dir altro, il desiderava, alla principessa, poichè entrava nel palco un nuovo visitatore ed egli colse il destro per ritirarsi. Questo nuovo visitatore era il Weill-Myot.

Ma perchè instava l'ipocrito Weill-Myot invece di dar retta a me, che vi amo sinceramente, e che ho ormai la pratica degli affari, vi siete lasciata condurre da un giovane, intelligente, di carattere ottimo, che vede però spesso gli affari della finanza come un poeta?... Ah, mia cara, non v'è nulla che sia tanto contagioso quanto l'illusione del far denaro con molta facilit

Ma chi rideva davvero in cuor suo di quella garrula arroganza era il Weill-Myot. Poche ore prima egli si abbigliava nella sua camera per andar a pranzo dal principe di San Toldo, che voleva consultarlo sull'acquisto di certi titoli. Gli fu annunziata la visita del De Carlo. Egli l'aspettava da un momento all'altro, e s'infuriava di non vederlo arrivare.

Ella avea un giorno visitato la Banca del Weill-Myot: costui le avea fatto una mostra studiata e abbagliante delle sue ricchezze, della sua potenza commerciale. Le avea fatto vedere in una cassaforte due milioni in oro, un milione in titoli. Ciò indicava davvero la sua forza, il suo credito.

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