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So che facevate colazione, disse la principessa al Weill-Myot, e gli rivolgeva uno sguardo di fuoco. Oh! esclamò il Weill-Myot accompagnando la esclamazione con un gesto, che voleva significare: Ma ciò poco importa....

Ho piacere! interruppe il Weill-Myot, Da un pezzo non mi parlate della vostra amministrazione, ma il giovane, che vi ha dato forse qualche consiglio non molto pratico, m'assicurava, giorni sono, e n'ebbi molta soddisfazione, che voi, con la vostra energia, avete riparato a tutto. Oh! rispose disinvolta la principessa, che sapeva la sua rovina: e il Weill-Myot la sapeva meglio di lei.

Mi dorrebbe molto, caro Weill-Myot, avervi disturbato, replicò la principessa col tuono più vellutato della sua voce. Ella incominciava i primi attacchi, e con strategica finissima, per vincere la sua battaglia. Tornate a mangiare... vi aspetterò qui se volete.... Non mi riguardate come un'intrusa, o come una importuna.... Trattatemi con la familiarit

Le risposte del Weill-Myot avean lasciato la principessa mezzo tramortita: tanto ciò che udiva era lontano da ogni suo pensiero.

Nella sua spensieratezza, ella si vide liberata per lungo tempo da ogni molestia e in condizione da proseguire la sua solita allegrezza. Intanto, da quella sera, a insaputa del principe, cui avrebbe potuto rivolgersi, ella diveniva debitrice della Banca Weill-Myot.

Lo stesso impiegato del Weill-Myot avea avuto incarico di allettare la principessa a certe speculazioni. Sulle prime il Weill-Myot facea rimettere alla principessa grossi lucri, qual frutto di certe operazioni; ma quando essa vi ebbe arrischiati grossi capitali si propalò che le speculazioni, in cui s'era avventurata, andavano fallite.

Subito il Weill-Myot, sentendo aprire la porta, aveva alzato gli occhi dal giornale che stava leggendo. Riconosciuta la principessa, si alzò di scatto: non ebbe neppur un sorriso di trionfo; il suo sangue freddo era stato uno de' segreti della sua immensa fortuna.