Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 5 luglio 2025


E, pochi giorni appresso, tutti i conoscenti di Enrica e del Weill-Myot ricevettero un cartoncino litografato. Ci fu un po' di rumore, vi furono ciarle, pettegolezzi per questa specie d'invito: ma la sera del ballo può dirsi non mancasse uno de' cinquecento invitati. Enrica, in abito bianco semplicissimo, senza un gioiello, facea gli onori della festa.

Perchè era venuta a domandar notizie di una bambina, della quale per tanti anni non s'era curata? I migliori sentimenti a lei costavan bea caro! Ora intanto era obbligata ad una bella umiliazione: andare da quel Weill-Myot: chiedergli un favore!

Era più appariscente delle loro Minerve, delle loro Giunoni, come almeno ci sono raffigurate. Scese dalla carrozza, dopo che il portinaio le ebbe detto che il signor Weill-Myot era arrivato.

Sapete la mia rovina? ella aggiunse con voce esitante. No, principessa; da un pezzo non mi occupo de' vostri affari. Voi mi avete tanto desiderata! È vero, principessa! ribattè il Weill-Myot molto serio. E bene; continuò, fra cinica e graziosa, la principessa, io vengo a offrirvi un capitale, che fin ora non avete posseduto.... E mi domandate in compenso?... esclamò il Weill-Myot.

Potea ella patire uno sfregio maggiore? Cristina non sapea quel che faceva: ma attizzava Enrica all'odio contro Diana. Essa, come il Weill-Myot, era il cattivo genio di quella donna voluttuosa, collerica, in tutto eccessiva; e si appagava di consigliarla sempre al peggio; come il Weill-Myot anch'essa aspettava di assistere ormai fra poco ad una catastrofe.

Appena la principessa aveva lasciato l'americano, egli, chiamato un commesso, allora allora giunto alla Banca, gli avea ordinato di andar a chiamare, perchè venisse da lui, il gioielliere De Carlo, uno dei primi di Napoli. Era un vecchietto molto furbo, di aspetto signorile, e legato d'affari con l'americano. Il ricco gioielliere, un'ora dopo, si recava dal Weill-Myot. Parlarono un po' insieme.

Altrimenti non sarei qui! rispondeva la principessa con piglio di sovrana, che sa non poterlesi negar nulla e non è abituata, neppur può pensare, a un rifiuto. Non potete dunque farne a meno?... insistè il Weill-Myot che, col secondare in lei la fiducia di averli, si preparava a gioire del suo profondo turbamento. No, no!... ella ribattè un po' sdegnosa e impaziente.

Parlava con un garbo, con una finezza di accento, frametteva risa argentine a' suoi motteggi, solo intelligibili pel Weill-Myot, che il suo discorso, tutto epigrammi, alle altre due persone, che lo udivano, e che non sapeano nulla dell'incontro mattutino fra Enrica e il banchiere, sembrò che ella facesse all'americano complimenti più dolci dell'usato.

Il Weill-Myot era gi

Caro Weill-Myot, disse la principessa, che voleva cominciare con le parole: Caro Gustavo, ma pensò di non scoprir troppo il suo giuoco.

Parola Del Giorno

garzone

Altri Alla Ricerca