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Grandissima potenza, il Weill-Myot cagionava quei disquilibri. Voleva che la principessa, ad ogni modo, rimanesse in sua balìa, per possederla forse, di sicuro per umiliarla e dispregiarla. Intanto, mellifluamente, le veniva dicendo: Io vi ho sconsigliato più volte di gettarvi, a chius'occhi, in certi affari.... Ed era vero. Egli la sconsigliava.

Non si affidava però Manfredo, chè conosceva d'aver fatto il meno, e sospettava non fossero per giungere nuove forze da Milano in poco di tempo e sconsigliava i suoi dall'abbandonarsi eccessivamente ai tripudj, e li esortava invece, per quanto poteva, in ciò ajutato dal Mandello e dagli altri, a star pronti ai nuovi pericoli.

Stanotte correva la impresa di sua Eccellenza il Duca di Altemps, dalla quale mi sconsigliava una voce, che sentiva mormorare qui dentro... e se non era cotesto Asino dannato io aveva deciso di provare un po' se, adoperandovi i piedi e le mani, mi fosse riuscito tornare uomo dabbene, o per ; ma nel più bello la secchia è ricascata nel pozzo. L'Asino sta fra me e il paradiso...

L'amor proprio me ne sconsigliava, ma il cuore mi diceva d'arrendermi andai più oltre. Il sonno di cui da tanto tempo non aveva provato i benefizii, venne non so per qual via a quetare il mio spirito.

Ma ripigliaronsi in pochi le fatiche dell'arme, come vedeansi per lo stretto le nemiche navi a stuoli ritornar da Catona ai vari porti del regno. Era entrato il nove ottobre in Messina con ventidue galee catalane Giacomo Perez, natural figliuolo del re; e altre quindici delle disarmate in quel porto n'avea fatto allestir Piero tra gli stessi primi festeggiamenti. Accozzate in tutto cinquantadue navi da battaglia, diè dunque principio a travagliare il nimico, non ostante la disuguaglianza delle forze; ma pensava esser quello scoraggiato e discorde, i suoi in su la vittoria. ascoltò chi sconsigliava quest'impresa; montò ei medesimo sulle navi catalane; arringò alle ciurme; nel nome di Dio le benedisse promettendo vittoria, e sbarcò. Il undici ottobre, tornando i Catalani dall'inseguire invano un primo stuolo angioino pe' mari di Scilla, avvistatone un altro più grosso verso Reggio, mettono insieme coi Messinesi l'armata; contro vento e corrente vogan robusti sopra gli avversari. A ciò salito in furore re Carlo, facea tutte escir le sue navi al numero di settantadue, ma bene in attrezzi, in uomini; donde sbigottite a quel difilarsi de' nostri destri e bramosi della zuffa, rifuggironsi a terra. Spintesi allor le catalane e siciliane navi fin sotto le fortezze, chiamano a battaglia i nimici; li aizzano con le ingiurie; sfidanli coi tiri delle saette; traendoli fuori con ciò, tornansi bravando a Messina. Tre appresso, salpati da Reggio quarantotto legni, perchè speravan che il vento ripingesse in porto l'armata di Sicilia, essa li investì con tanta virtù sua e scoraggimento degli avversari, che una schiera di quindici galee nostre, trovandosi innanti nella caccia, pur sola diè dentro, e ventidue ne prese tra di Principato, marsigliesi e pisane. Quando di Calabria videro ingaggiare l'inegual conflitto, ch'era presso il tramonto del , non tenendo dubbia la vittoria, con luminarie la festeggiarono; onde molta ansiet