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Aggiornato: 7 giugno 2025


E perchè mi tormenti allora colla Flora? soggiunge Massimo, ripigliando quel suo ridere convulso che finì col strizzargli le lagrimette. Sai perchè rido, Cresti? Che devo saper io? Penso che Vincenzina avr

Per far venir quelle benedette nove che non sonavano mai, Flora sedette davanti al «trappolone» e cominciò a correre colle dita sopra un'indiavolata variazione, che faceva stridere e saltare tutte le corde più svogliate e più addormentate nel cassone; e mentre le note s'inseguivano urtandosi e incalzandosi, il pensiero si lasciava trascinare a vecchie fantasie, a ricordi lontani, ai tempi della più remota fanciullezza, quando era venuta a stabilirsi dopo la morte di suo padre in quest'angolo del lago, in questa casa aperta a tutti i venti; e vedeva Don Camillo Bagliani, un uomo grave che parlava con tristezza; vedeva Ezio, un ragazzo poco più alto di lei, vestito alla marinara, che l'invitava a giocare nel boschetto della villa o la conduceva in barchetta: vedeva la bella zia Vincenzina, ancor giovine in tutto lo splendore de' suoi vent'anni, vestita come una regina, colle sue magnifiche buccole di diamanti. Con uno sguardo riassuntivo (mentre le dita andavano per loro conto sui gialli avori del trappolone) vedeva passare molti anni e molta gente. Gli uni morire, gli altri farsi più grandi, la mamma rinchiudersi sempre più ne' suoi piccoli mali, e delle amiche, che venivano a villeggiare sul lago, quale andar sposa ed essere felice, quale andar monaca ed esserlo di più, quale alzarsi, quale scomparire. Quel che era molti anni fa un piccolo giardino s'era fatto quasi una selva: le rive una volta più deserte s'erano popolate di casette: molti che essa aveva carezzato ragazzi sulla riva c'eran gi

Allora il merito è di Cresti che mi ha persuaso a tornare. Dovrò discorrere anche di lui a lungo: ma ora che siam qui dovremo pur vederci assai spesso; non è vero, Vincenzina? Sicuro, Massimo... Fu tutto quanto ella potè dirgli per ringraziarlo d'esser venuto: ma glielo disse in un modo così tenero e commovente, che il signor zio fu per vacillare un'altra volta.

Amabile egoista avete trovata la giusta definizione; ma egli ha sbagliato e io ho pagato, ecco tutto. Perchè volete farmi parlare di più? Perchè vorrei persuadere me stesso che non sono stato troppo vile e che non ho meritato il mio castigo. Chi fu più castigato di noi due, Massimo? chiese donna Vincenzina, sollevando i suoi grandi occhi umidi.

Qui lo raggiunsero le prime lettere di Matilde, che furono per il suo cuore il segnale di un nuovo disastro morale. Morto il colonello Polony, essa e la piccina avevano dovuto ritornare in casa del padre, il quale non poteva più provvedere a tutti. Il povero uomo in seguito a un errore commesso (che Massimo non potè mai conoscer bene) era stato costretto a chiedere il suo riposo, mentre si faceva sempre più vecchio e più esigente. Se Massimo non poteva mantenere la sua promessa, toglieva alla povera Vincenzina ogni altra occasione di ben collocarsi e di venir eventualmente in soccorso delle due famiglie. Gi

La zia Vincenzina prima ancora di parlarne a Massimo e a Cresti, seguendo un segreto istinto del cuore, aveva voluto discorrerne a Flora, in cui sentiva una naturale alleata.

Il dottore fece intendere che il rimanere sul lago non poteva essere prudente per donna Vincenzina, che usciva da una grossa battaglia; e consigliò un lungo soggiorno in Riviera, dove anche Ezio avrebbe potuto trovare più conforto nella mitezza del clima.

È un'antica compagna di scuola della zia Vincenzina e venne a cercarla qui, credendo che fosse al Castelletto, E quel vecchietto che pare un ombrello in una fodera troppo grande? È suo padre, il sor Paoletto: un antico sonatore di clarinetto del teatro Regio. E come si chiamano?

Fu Ezio il primo a uscir da questa noiosa reticenza: Forse ti hanno male informato, il mio caro zio: o forse hai di me una idea sbagliata. So da chi hai ricevuta l'imbeccata. Donna Vincenzina tutte le volte che vede naufragare un suo vecchio ideale si prende dei grandi pensieri per la salute dell'anima mia.

La palla entrò di qui e s'infossò qui il Bersi, che la scossa morale faceva parer più vecchio di dieci anni, segnò coll'indice l'osso frontale sopra l'occhio sinistro e col pollice il lobo posteriore. Madonna, Madonna! pianse donna Vincenzina, premendo le dita delle mani sugli occhi.

Parola Del Giorno

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