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Aggiornato: 7 giugno 2025


Che bagolon! disse sottovoce Ezio con quello spirito caustico che era quasi l'aroma del suo carattere. Non vedo nessuno ma vi sento. Stese la mano a donna Vincenzina, dicendo: Grazie, grazie! E riconosciuto alla voce lo zio, gli disse: Crepi l'astrologo! E quando gli dissero che c'era anche Cresti, gli domandò: Come vanno i conigli?

Andreino saltò per il primo a terra e porse la mano a donna Vincenzina. Cresti, Amedeo, Giosuè scesero loro incontro: ma nessuno seppe trovare la parola che valesse a rompere un silenzio così doloroso.

In che modo le fosse entrato nell'animo questa persuasione non sarebbe difficile dimostrare, quando si ricordi che Flora nei primi anni della giovinezza, allorchè si risvegliano per la prima volta i misteri del cuore, era stata per Ezio la compagnina preferita in tutti i suoi giuochi nel giardino della villa, nelle grotte della vigna, sul lago, sui monti. S'eran più volte misurati nei vani delle finestre, segnando ogni anno l'altezza con molte striscie sul muro: le lettere E F intrecciate si vedevano ancora crescere scolpite nella carnosa corteccia degli aloè. Giochetti da fanciulli, d'accordo. E fu appunto per tagliar corto a questi giochetti pericolosi che don Camillo, il babbo, dalla faccia triste, aveva fatto capire alla zia Vincenzina come non fosse più decorosa una tanta famigliarit

Massimo vide tremare le parole sotto gli occhi e dovette appoggiarsi colla mano al muro per non cadere sulla strada. Bisogna partir subito... balbettò costui, quando potò ricuperare un filo di voce. Prima bisogna avvertire donna Vincenzina: non possiamo partire senza di lei. Andiamoci insieme confermò Massimo colla voce strozzata.

Riavutosi dal primo colpo, però colla testa ancora intronata, prese a salire col passo rotto e pesante la strada del Pioppino, che mai gli si era presentata così ripida. O povera gente! andava rimpiangendo impaurito all'idea dello spavento che doveva recare a Massimo, a donna Vincenzina e a quelle povere signore del Castelletto.

«Tra me e Vincenzina non scendeva che un tenue velo di errori e di falsi giudizi che non fu difficile rimuovere. Una grande sciagura ci sospinse più animosamente verso quella meta alla quale saremmo arrivati per una strada forse più lunga: ma ora la nostra parola è detta e vogliamo che anche il mondo la sappia.

«Ma Vincenzina non potrebbe far senza della sua madrina di dodici anni fa. Venga dunque al più presto, cara Matilde, e procuri di trascinare anche il nostro Cresti che ha avuto così gran parte in quest'episodio. È vero che è un po' malato? è vero che il suo matrimonio sar

Fu un colpo che per poco non lo trasse alla morte. La condotta di Vincenzina e de' parenti suoi gli parve un basso tradimento: quella di suo fratello iniqua. Come avesse potuto avvenir ciò egli non sapeva immaginare, ma confusamente sentiva che Vincenzina, presa tra due feroci egoismi, non aveva avuta la forza di resistere.

Quantunque Ezio non fosse per Flora che un cugino posticcio, perchè la zia Vincenzina non era che una seconda madre per il giovane, tuttavia i due ragazzi eran cresciuti, si può dire, insieme all'ombra delle stesse piante; e si trattavano col tu, sebbene la diversit

Se ne ricorda? aprendole tutto il mio cuore, La pregavo allora di sapermi dire quel che di me pensava sua sorella Vincenzina e come sarebbe stata accolta una mia timida e rispettosa domanda.

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