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Aggiornato: 25 giugno 2025
Ragionarono a lungo, e bene, ma senza frutto veruno. Chi si oppose più ostinatamente, e diciamolo pure, con le più triste ragioni, all'instanze dei partigiani del vicerè, fu il conte Guicciardi. Chi non ha conosciuto costui, e si far
E che diremo, dilectissima e carissima figliuola, di questa excellentissima virtú? Diremo che ella è uno bene senza veruno male; sta nella nave, nascosta, che neuno vento contrario le può nuocere; fa navicare l'anima sopra le braccia de l'ordine e del prelato, e non sopra le sue, perché il vero obbediente non ha a rendare ragione di sé a me, ma il prelato di cui egli è stato subdito.
Sappi che veruno può escire delle mie mani: però che Io so' Colui che so'; e voi non sète per voi medesimi se non quanto sète facti da me, il quale so' Creatore di tucte le cose che participano essere, excepto che del peccato che non è, e però non è facto da me e, perché non è in me, non è degno d'essere amato.
Questo volse dire a voi la mia Veritá nel sancto Evangelio, quando dixe: «Veruno può servire a due signori»; ché, se serve a l'uno, è incontempto a l'altro. Servire non è senza speranza, però che 'l servo, che serve, serve con esperanza che ha nel prezzo e utilitá che se ne vede trare, o con esperanza che egli ha di piacere al signore suo.
Dopo le male prove passate pareva che non dovesse a veruno cascare in mente di farsi antipapa; un altro antipapa scappò fuori, da prete chiamato Egidio Munoz, e da papa Clemente VIII; ma scomunicato ebbe paura, e renunziò.
Innocenzo pertanto nè volendo, nè per avventura potendo procedere diverso dagli altri i patti promessi da Cardinale, pontefice spergiurò; e se lo spergiuro meritasse mai scusa, l'avrebbe meritata adesso, dacchè i Cardinali con la nuova costituzione non mirassero ad altro che ad avvantaggiarsi. Di questa costituzione a noi importa riportare unicamente il disposto che vieta eleggere Cardinali minori di trenta anni, aumentarne il collegio oltre ventiquattro, governare senza il concerto dei Cardinali, ed alienare beni ecclesiastici dove almanco i due terzi di loro non acconsentissero. Da diverse femmine questo Papa dabbene ebbe sette figliuoli, e tutti riconobbe per suoi, e colmò di ricchezze: però stati della Chiesa a veruno assegnò, terre sì, e contadi. A Franceschetto, che tale ebbe nome dalla esigua statura, procacciò le nozze con la Maddalena figliuola di Lorenzo il Magnifico, e si reputarono regie; in compenso egli promise eleggere Cardinale Giovanni dei Medici, più tardi Lione X, e lo elesse di tredici anni, da tanto che gli premeva osservare la costituzione giurata da Cardinale, e insieme con lui un suo servitore di anni venti. Visse vita agitata, disforme, perniciosa ad altrui ed a sè; prima s'inimica Ferdinando di Napoli, poi gli rompe guerra, e pauroso, che lo Sforza da Milano accorra in aiuto di Ferdinando, gli suscita contro gli Svizzeri; ma spaventato per la vittoria del duca di Calabria al ponte di Lamentana dove (se narra il vero la fama non vi furono morti nè feriti) cala agli accordi, i quali acerbamente sopportando, da capo ingaggia guerra contro Ferdinando. Per ingagliardire le armi temporali ci aggiunse la scomunica; senonchè riputandola di piccolo ausilio si risolve voltarsi alla Francia; tutti i popoli del mondo nemici alla Italia, tutti le furono servi, ma sovra ogni altro molesto il Francese; colpa massima del Papato; però veruno degli stati italiani ne andò immune; chi primo aperse le porte ai Francesi il Papa; ma poi in capo a dieci anni a volta a volta ce li chiamarono i baroni Napolitani, i Toscani, i Lombardi, i Veneziani, ed i Genovesi, e vennero, ce ne fosse stato! ora con Carlo il vecchio di Angiò, ora con Filippo e Carlo Valesi, ora con Ludovico I, II e III della nuova casa di Angiò, il vecchio Renato, il figliuol suo Giovanni duca di Calabria, Renato di Lorena, e Renato II due volte; del seguito taccio; solo dico, che infino a quando gl'Italiani non si sentano capaci a fare da sè non si movano; chiama come vuoi il forestiero, che ti aiuta, lo proverai sempre padrone, Carlo VIII invitato dal Papa non venne (doveva venire agli altrui inviti più tardi) onde a questo, fu mestieri appaciarsi con Ferdinando. Prima di raccontare la sua morte diciamo alquanto dei suoi costumi. Gem nacque figlio a Maometto II quando questi sedeva sovrano, Bajazzette mentre durava privato; distinzione sufficiente, anzi ce n'era di troppo, a fare che il fratello minore nato nella porpora vincesse il maggiore; ma bisognava prevalere nelle armi; invece fu Gem sconfitto, ond'ebbe di catti scappare, e ripararsi a Rodi sotto la protezione dei Cavalieri di san Giovanni: protezione nemica vuol dire, quando è bazza, prigione, quasi sempre morte di laccio, di ferro, o di veleno. I Cavalieri lo mandarono in Francia nella commenda dell'Alvernia; a loro lo chiese il Papa, e il gran maestro Francesco d'Aubusson facendovi calca dintorno, glielo consegnarono; il d'Aubusson in mercede ebbe il cappello cardinalizio. Bajazzette promise al Papa gli avrebbe pagato quarantamila ducati annui se glielo custodiva stretto, e il Papa, che aveva voluto Gem appunto per questo, conchiuse il negozio; però non sentendosi il Bajazzette abbastanza sicuro s'industriò avvelenarlo; propinatore a prezzo del veleno un Macrino del Castagno gentiluomo della Marca di Ancona; scoperto patì orribile supplizio; non dissentivano i Papi ad avvelenare Gem, solo intendevano avvelenarlo essi, come di fatti fece più tardi Alessandro VI e per molto tesoro, come noteremo a suo luogo. Sicarii, ed avvelenatori in cotesti tempi frequentissimi a Roma, e non poteva essere a meno, però che nei casi ordinari come si costumava fino dai tempi di Bonifazio VIII, vendevansi bolle d'impunit
VIGNAROLO. Un cuor mi dice che lo facci; un altro, no. Ascolta e fa' come ti dico io. Come sarò transformato, entrarò in casa sua, mi goderò Armellina. Ma se son Guglielmo, Guglielmo goderá quella dolcezza, non il vignarolo: avrò fatto la caccia per altri. No no, non lo vo' fare in conto veruno, morrò piú tosto!
Egli è tanto l'odio che essi hanno, che non possono volere né desiderare veruno bene, ma sempre mi bastemmiano. E sai perché eglino non possono desiderare il bene? però che, finita la vita dell'uomo, è legato el libero arbitrio; per la qual cosa non possono meritare, perduto che essi hanno el tempo.
E corse, disúbbito che ebbe peccato, uno fiume tempestoso che sempre el percuote con l'onde sue, portando fadighe e molestie da sé, e molestie dal dimonio e dal mondo. Tucti annegavate, perché veruno, con tucte le sue giustizie, non poteva giognere a vita etterna. E però Io, volendo rimediare a tanti vostri mali, v'ho dato il ponte del mio Figliuolo, acciò che passando el fiume non annegaste.
Potrei fare il nome di molti altri, se non dovessi ristrignermi ad accennare i membri più importanti di questo partito, che sono pur quelli di cui non si puonno mettere in dubbio da veruno le rette intenzioni.
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