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Dietro lo scoppio del vespro, la casa di Angiò volle gittar sui ministri tutto il carico del mal governo. Il principe dunque di Salerno, erede presuntivo della corona, denunziò a' popoli del regno di terraferma quattro Marra fratelli, e due Rufulo padre e figliuolo «inventori di tutti i modi di spogliare i popoli, pei quali la Sicilia s'era ribellata.

Cuccagna come questa non s’era mai vista da mezzo secolo in Palermo: e chi se la godette, ne rimase entusiasta; «imperocchè furon feste veramente superbe e degne di esser date anche alla persona del re medesimoAlcune, quelle, p. e., di Angiò e Spaccaforno, costarono le solite seicento onze, col magro compenso d’una visita di ringraziamento del Vicerè²⁹⁷. ²⁹⁷ Villabianca, Diario, in Bibl., v.

Essa ha ancora un portale gotico del tempo degli Angiò, ma nell'interno è del tutto rinnovata; il sacerdote ci mostrò il tesoro più prezioso del suo luogo natio: un'immagine della Madonna che Carlo stesso fece eseguire per S. Maria della Vittoria; e ci fornì alcune indicazioni relative ad essa.

Porgeva assai circospetto la carta al Re, il quale aveva riconosciuto il Cavaliere per quello stesso, che nella sera antecedente andava a scoprirgli la congiura: era la carta una minuta di lettera che il Conte Anselmo divisava mandare a Carlo di Angiò, nella quale gli magnificava i suoi servigii, e molto maggiori dei gi

Salimmo sull'antica rocca, donde si gode un incomparabile panorama. I Cantelmi, stirpe provenzale, la eressero; essi eran venuti a Napoli con Carlo I d'Angiò, resero grandi servigi a questo conquistatore nella lotta con Manfredi e Corradino, e, arricchiti di molti feudi nel regno di Napoli, divennero una delle più potenti famiglie feudali. I Cantelmi possedettero anche per molto tempo la bella Sora sul Liri. In nessun altro luogo d'Italia il feudalismo ha fiorito come nel Napoletano. I Normanni, gli Hohenstaufen, gli Angiò, gli Aragona; poi gli Spagnoli, dopo Carlo V, crearono infiniti feudi, cosicchè in quella regione si può dire non esista paese cui non sia annesso un titolo di conte o di marchese. Nessuna regione, anche, cambiò tanto spesso di signoria per l'eterna lotta delle dinastie e delle nobilt

In questa occasione si ebbe il barbaro gusto di coronare con due laminette d'oro le due teste delle immagini. Nella sacrestia se ne conserva anche la custodia in legno, fregiata dei gigli degli Angiò e ornata d'immagini ben conservate e di ottima esecuzione, rappresentanti la crocifissione di Cristo ed altre scene bibliche.

Più oltre apparisce San Germano, dove i Pugliesi furono bugiardi a Manfredi per Carlo di Angiò; antica usanza di schiavi, che immaginano mutare stato perchè mutano soma. Si abbiano l'abbominazione dello antico signore, e il disprezzo del nuovo; chè troppo bene meritarono ambedue.

Voi avete parlato una stolta parola, Conte di Angiò; ma sia: e voi, nato in Francia, come vi maravigliate di un tradimento

Carlo che sentiva tutte queste condizioni con animo di non serbarne pur una, maestosamente risponde: «Noi Carlo di Francia, per la grazia di Dio Conte di Angiò, di Folcacchieri, Provenza, e Linguadoca, Re di Sicilia, del Ducato di Puglia, e del Principato di Capua, a voi signor Clemente Pontefice IV, e in nome vostro ai vostri successori facciamo ligio omaggio pel Regno di Sicilia, e per tutta la terra ch'è di qua dal Faro fino alle frontiere, eccettuata la citt