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Paolo era riuscito a far mettere un sequestro sul calice che suo fratello s'impuntava a regalare al Museo piuttosto di venderlo, e Girolamo dal canto suo protestava che il giorno in cui quell'oggetto di arte gli fosse stato portato via avrebbe appiccato il fuoco al negozio... Non lo si riconosceva, Girolamo... Un uomo così mite, così pacifico, che non aveva in vita sua torto un capello a nessuno, adesso schizzava veleno da tutti i pori, non ascoltava consigli di moderazione, rispondeva seccamente alla madre, rispondeva male a lui verso il quale s'era pur mostrato sempre tanto affettuoso; insomma una trasformazione completa, di quelle che non si credono possibili da chi non ne sia testimonio... E come sarebbe andata a finire?... Come sarebbe andata a finire?

Questa battè le mani gioiosamente. Sarebbe meglio venderlo, osservò la signora Veronica. No, no, proruppe Betta. Rimasero tutte un po' incerte guardandosi; finalmente la mamma disse con voce strozzata: Che cosa ti metterai, quando ti alzi? Ma il volto di Tina si era oscurato; respinse l'abito con un gesto. Portatelo via, non voglio più vederlo.

È libro notabile perché vi sono raccolti molti documenti pubblici concernenti quei fatti; ma il CANTÙ, Cronistoria dell'Indip. ital., vol. 1, p. 869 attesta: «questo è lavoro del consigliere CARLO CASTIGLIA, che lo esibí a me e ad altri, prima di venderlo al Fabi, che lo stampò per suo».

In fondo al cuore, sentiva anche un'angoscia grande, profonda per doversi dividere da quel suo vecchio compagno... L'orologio era una memoria della sua mamma; essa lo portava sempre con ; il giorno della sua morte lo aveva accanto al letto!... Sandro, sospirando, lo levò dal taschino e lo guardò lungamente. Non gli era mai sembrato tanto bello! Gli pareva di vederci dentro qualche cosa della sua povera mamma ammalata, e sentì stringersi il cuore davvero. Diamine! quella goccia ch'era caduta sul vetro era proprio una lacrima; e quando volle asciugarla col dito, la goccia si allargò e lo appannò tutto quanto... No; non doveva vendere l'orologio della mamma. Il venderlo gli avrebbe portato sfortuna. Ma, a Lalla?... Lalla che lo aspettava col Monsieur de Camors, Sibilla, e quell'altro romanzo?... Non doveva venderlo!... Si fa presto a dirlo; ma ormai era troppo tardi. Il viaggio bisognava pagarlo, bisognava mangiare un boccone, e in tasca non c'era un soldo!... Si ricordò di essere stato altre volte da un orologiaio, in Piazza dei Mercanti, per qualche incarico avuto dal signor Domenico: egli sapeva ora dove far capo; e con questo pensiero tutte le incertezze svanirono. Un giorno, chiss

Per l’infanzia di stenti e di percosse che ricordi tremando, pel tuo livido corpo miserando, per la fame che a venderlo ti mosse; pel trivio cieco, ove randagie e scarne ombre velate in viso offronsi col più squallido sorriso che mai finga il piacere in triste carne;

Imperciocché, venendo asportato l'oro in altro Stato, e convenendo dipoi ad altri mercanti mandar fuori di Stato danaro per far pagamenti, e trovando che in altri luoghi l'oro è prezzato piú, onde vi è quasi 4 per cento di danno mandando argento, essi cercano le doppie ed altre monete d'oro; e chi non le ha di proprio e non le trova altrimenti, le baratta in aggio d'uno e di due e poi di tre per 100 di piú, mercecché gli altri mercanti, che conoscono la strettezza che ha d'oro la piazza, ne raccolgono quanto ponno, per venderlo piú caro di quanto l'ha valutato il principe: ed in questo modo la doppia cresce di prezzo.

Nel 1718 il capo passò agli Orsini come dote di Donna Giacinta Ruspoli; ma siccome la Santa Sede si era riservato il diritto di riacquistare il feudo, gli Orsini dovettero venderlo nel 1720 alla Camera Apostolica per 100,000 scudi. Nel 1808, dopo 88 anni, fu venduto nuovamente, al principe Stanislao Poniatowski, e così un magnate polacco, ultimo della sua casa, divenne signore dello storico capo e lo tenne per 14 anni. La Camera Apostolica lo riscattò nel 1822 e con la caduta degli Stati della Chiesa passò alfine in propriet

Il beklem-regt è il diritto di occupare un podere col pagamento d'una rendita annua, che il proprietario non può mai aumentare. Questo diritto passa agli eredi così laterali che discendenti in linea retta, e il possessore può trasmetterlo per testamento, venderlo, affittarlo, ipotecarlo persino, senza il consenso del proprietario delle terre. Però, ogni volta che questo diritto passa da una mano all'altra o per eredit

FILIGENIO. Vorrei un schiavo nero di diciassette in diciotto anni, di garbo e di fattezze signorili, per farne un presente ad un signor principale. MANGONE. Per ora non potrei servirvi, ché ho venduti quasi tutti i miei schiavi; ma spero accommodarvene fra poche ore, ché lo torrò da certi amici. FILIGENIO. Giá l'hai trovata. Dici che vuoi tòrlo da certi amici per venderlo piú caro.

Due realisti, due naturalisti, due veristi del tempo loro; che facevano dell'arte larga, dell'arte grandiosa; che volevano lode e fama, anche accettando le commissioni dei potenti, e si sarebbero vergognati di fare un quadruccio, anche quando, non che venderlo ad un borghesuccio arricchito, dovevano regalarlo a qualche poeta di strapazzo, loro compagno di cena.