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Tradiscon di più la risposta di re Carlo, quelle parole «malvagio traditore di Dionostro inimico e traditore. Si ponga mente in prima, che nei diplomi autentici del duello dei due re, questi gravi sfregi non si leggono, ma che Piero fosse entrato nel regno di Sicilia contro ragione e in mal modo. E quando, fallito il duello, Carlo rinfacciava al nimico le ingozzate offese (diploma in Muratori, Ant. ital., tom. III, Dissertazione 39), faceasi con molta cura a spiegare, che per quelle parole «contro ragione e in mal modo» avesse voluto significare, il più cortesemente che si poteva in carteggio di re, l'accusa di traditore; che Pietro d'altronde avea compreso benissimo, e dettolo agli araldi che gli portaron la sfida. Egli è evidente che re Carlo, se avea gi

Questo pagamento o rimborso si faceva, come sempre le cose del Municipio di Palermo, con grande stento e ritardo: e la frase: pagari cu lu scasciatu, pei nostri vecchi significava: essere ritroso a soddisfare i debiti pigliando tempo quasi per aspettare la riscossione di ciò che era solito una volta l’anno. Traina, Nuovo Vocab. sic.-ital., p. 178, Palermo 1868. E i bisogni crescevano anche dopo.

Ed altri raffronti siciliani, friulani e francesi, vedili nel dottissimo commento del prof. A. D'ANCONA al citato Contrasto (Studj sulla letter. ital. de' primi secoli, Ancona, 1884, p. 417-18). Bene il critico insigne:

Ci rifaremo abbreviando i secoli delle discordie interne; sempre ne rimarrá abbastanza da mostrarceli troppo minori di quello, dove la concordia, non ottenuta, fu almeno nomata e tentata. Ant. Ital., IV, p. 262. Dalla pace di Costanza al finir degli Svevi o Ghibellini secondi, corre una seconda parte della etá dei comuni.

Montaner, cap. 38, 42. L'asserzione contraria si legge in un manifesto di re Carlo I recato da Muratori, Ant. Ital. Dissert. 39, tom. III, pag. 650; e ve n'ha un cenno nel Memoriale dei podest

È libro notabile perché vi sono raccolti molti documenti pubblici concernenti quei fatti; ma il CANTÙ, Cronistoria dell'Indip. ital., vol. 1, p. 869 attesta: «questo è lavoro del consigliere CARLO CASTIGLIA, che lo esibí a me e ad altri, prima di venderlo al Fabi, che lo stampò per suo».

Saba Malaspina, cont., pag. 385, 386, 387. D'Esclot, cap. 99. Montaner, cap. 72. Raynald, Ann. ecc. 1283, §. 5. Diploma di re Carlo, in Muratori, Ant. Ital. Med. Ævi, tom. III, pag. 651. Sul quale e su i due diplomi citati qui appresso, ho corretto lo errore di alcuni storici, che dicon fatta la sfida da re Pietro. Del rimanente la più parte di quegli scrittori si riscontra appunto co' diplomi.