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Aggiornato: 18 giugno 2025


Vagamente e con un'indefinita paura, io rilevava uno strano fatto; che la mia confessione era inutile, perchè non poteva esser chiara, e che, lasciando Lidia più calma di quanto io non m'aspettassi, aveva invece turbato me oltre ogni previsione.

Incoraggiato da questo successo, cominciai sin d'allora a formulare vagamente un progetto d'assalto alla parete Ovest, e nel 1895 trovandomi a Cortina d'Ampezzo, deliberai di tentarla.

Vagamente, nella penombra, cominciarono a pigliar rilievo un tavolo tondo, il canterano, il divanetto. Senti, Milia, senti... Dal letto si stese un braccio, e una mano febbrile le agguantò e strinse il polso. Oh, Gesù! fece Milia, impaurita.

Lucia non capiva nulla a quei lazzi stranissimi, ma sempre più sospettava vagamente del vero, e volta a monsignore, gli disse con alterezza: Ma noi, signore, non abbiamo bisogno dei soccorsi di alcuno. Se vostro marito, riprese lentamente il prelato, corresse un pericolo, s'egli per esempio... E l'astuto s'interruppe.

Lalla, seduta, vagamente raccolta colla breve personcina in un cantuccio del landò, alzava gli occhi timidamente appassionati, negli occhi di Giorgio; e in uno di quei taciti ricambi di tenerezza, quasi volendo concludere un pensiero nel quale allor allora s'erano intesi tutti e due: Fra qualche giorno disse al suo fidanzato sarò... saremo... sarò sua moglie, e lei, qui abbassò timidamente gli occhi lunghi e vellutati, ma voltandoli in modo da poter osservare anche Maria e lei, ancora, non ha dato un bacio alla nostra mamma!

Il direttore si strinse nelle spalle. Sa, circostanze! rispose vagamente, con un sorriso, il quale voleva addolcire la parola troppo breve. Perdite di giuoco! definì Celso. In questo caso è meglio fare il croupier a Montecarlo. Non ci ha la faccia, ribattè Vittorina con sicurezza. Piuttosto qualche disgrazia di famiglia. I Filippeschi non li conosco: devono essere di Pistoia, osservò Celso.

Una sera, mentre la luna s'alzava sull'orizzonte illuminando vagamente gli esili minareti di El-Obeid e le tende dell'accampamento degli insorti e le stelle fiorivano in cielo scintillando vivamente, due uomini avvolti in candidi taub se ne andavano a lenti passi verso la strada che conduceva al lago Tscherkela. Uno era Ahmed Mohammed, l'altro era lo sceicco Abù-el-Nèmr.

Non possiamo tenere come appartenenti all'arte letteraria i libretti dei melodrammi del Gounod e del Goldmark che hanno scelto per protagonista la strana regina etiopica. Il Libro dei Re racconta con lirico splendore la visita a Salomone di questa che S. Matteo chiama vagamente Regina del mezzodì.

Non importa, avanti, presto!... Dimmi, Franci, raccontami, quando ti lasciò? Dopo Caporetto è andata a Firenze. Mi ha scritto una lettera, l'ultima sua lettera, poi più nulla, nulla, nulla. Ho interrogato tutti i suoi parenti quando fui in licenza. Mi risposero vagamente che era partita per Londra. Ti ricordi l'ultima volta che sei venuto a trovarci? Avete parlato di Londra insieme tutto il tempo!

Fu risvegliato molte ore dopo, da una molestia allo stomaco. Non era un dolore. Era uno stiramento, una nausea. Aveva fame. Chiamò due o tre volte il nonno; era il nome che gli veniva alle labbra ogni giorno al primo destarsi, dacchè sapeva parlare. Ma non udì la buona voce del vecchio, e si ricordò vagamente la sua storia dolorosa. Stese le braccia, e sentì che non era in letto.

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