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Alle 13,30 imprendemmo la discesa per la vecchia via, dopo tutto sempre simpatica e interessante; dal piede delle roccie a Cortina fu poi una comoda «flânerie», l'ardore del sole e le dolci ombre e acque del Costeana inducendo a frequenti soste: cosicchè solo verso le 7 fummo di ritorno a Cortina, ove alla sera festeggiammo con numerosi brindisi la nuova via della Croda, la sospirata parete Ovest!

=Croda da Lago=: PUNTA NORD. Prima ascensione per la parete Ovest.

Questo piedestallo roccioso presenta una profonda depressione verso ovest, e da questa effluisce un'alta lingua di ghiaccio che forma la parte più avanzata del ghiacciaio e dalla quale sbocca il torrente principale.

La Cresta dell'Argentera, stante la sua estrema ripidezza, non contiene nevati proporzionati alla sua altezza. La carta Sarda ne segna due grandi, sovrapposti sul lato ovest; ma veramente non se ne trovano ivi che pochi di minore estensione; il più grande ha forse 2500 m., dietro il vallone dell'Argentera, sul cui lato nord osservai anche qualche stretto e ripidissimo canalone di neve. Più scarsa ancora è la quantit

Nella discesa seguimmo in parte soltanto il canalone di ghiaccio: presto piegammo giù per le facili roccie di destra, e in un momento fummo ai piedi del massiccio. =Croda da Lago=: PUNTA SUD 2716 m. Prima ascensione per la parete Ovest e cresta Sud.

Cima del Baus Punta Argentera Cima Ovest dei Gelas Cima Est dei Gelas Punta della Maledìa Cima del Murajon Passo del Pagarì Monte Clapier Monte Giaminejas Cima Lusiera

Ci riposiamo fino alle due, poi proseguiamo e dopo una leggiera salita ridiscendiamo per seguire il corso di un torrente asciutto e tortuoso che attraversiamo almeno una dozzina di volte. Non abbiamo guide, e nessuno cui domandar consiglio quando ci troviamo ad una biforcazione della vallata; seguitiamo quindi dove ci pare più ragionevole dover essere la nostra direzione, ma il dubbio ci accompagna dello sbagliar strada. Passa un'ora, ne passano due e più, il cammino si fa sempre più cattivo e a cento doppii aumenta ad ogni passo il timore d'essere su falsa strada; la vallata ci appare chiusa e davanti ci sta un'ertissima salita che è pur forza superare, e a divagarci abbiamo parecchi incontri di grossissime scimmie. Dal colmo dell'altura si stende dietro noi un estesissimo panorama di tutto il territorio che attraversammo da Adua in qua; un vero ammasso di coni e di avvallamenti, perfettamente l'effetto di una carta geografica in rilievo. A sud la catena imponente del Semien che si protende verso ovest, dove ci sta dinanzi la parete quasi verticale del monte di Wogara che dovremo oltrepassare, e del quale ci fecero pitture così nere, dicendolo tanto erto che le mule cariche non lo possono salire, ed è forza farvi trasportare il bagaglio a dorso d'uomo. Discendiamo di pochi metri in un altipiano in gran parte coltivato, sparso di acacie e di enormi gruppi di gelsomini affratellati alle rose, e in fondo al quale sorge un'altura la cui vetta è coronata da piante e sul cui versante, a diversi gruppi è sparso un villaggio. presso è piantata la nostra tenda che vediamo con somma gioia, perchè il sole volge al tramonto, e sempre abbiamo compagna l'ansia dell'esser fuori strada. Il villaggio è detto Dibbi-bahar, a 2200 metri. La posizione è bella, il pascolo abbondante, e ciò ci rallegra, perchè prevediamo che domani si dovr

"Raffiguratevi cogli occhi della mente, la ricca e florida vallata del Po, colla cerchia nevosa delle alpi insuperate, ad ovest, a nord, a ponente.

Questa salita, che durò tre giorni con due notti all'aperto, non venne poi mai ripetuta, sia perchè è pericolosissima per le roccie disgregate e per le cornici di ghiaccio, sia anche perchè il ghiacciaio di Fresnay, superiormente, alla base della parete Ovest dell'Aiguille Blanche, si spacca enormemente e forma una bergsrunde insormontabile.

Una settimana prima della mia ascensione, i signori F. L. Gunther e D. M. Gunther di Berlino, colla guida Pietro Dimai, avendo salito la Croda da Lago per la vecchia via, e discesa la Cresta Nord, dai piedi di questa si calarono direttamente in Val Formin, eseguendo così una prima parziale discesa della parete Ovest. La via da me seguita nella salita qui descritta è in ogni caso completamente diversa e si svolge tutta (salvo gli ultimi 10 metri) sulla parete Ovest, della quale i signori Gunther intrapresero la discesa a met