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Aggiornato: 3 maggio 2025
Ghiacc. della Maledìa 750 500 26 2600 a 2800 9° Ghiacc. di Peirabroc 700 350 17½ 2475 a 2650 18° Ghiacc. del Clapier 1000 500 35 2550 a 2800 11° Le sovra riferite cifre s'intendono approssimative e senza tener conto delle irregolarit
Cima del Baus Punta Argentera Cima Ovest dei Gelas Cima Est dei Gelas Punta della Maledìa Cima del Murajon Passo del Pagarì Monte Clapier Monte Giaminejas Cima Lusiera
Cima dei Gelas m. 3105 e 3135 Cima Tre Colpas Parlandosi d'ordinario di soli due ghiacciai in quella regione, cioè quelli della Maledìa e del Clapier, osservo prima che se ne devono contare 6 principali, affatto distinti tra loro, e parecchi di grandezza molto minore.
Ebbi una vista grandiosissima sul Clapier, sui ghiacciai della Maledìa e sulle erte rupi dell'Argentera; sarebbe però difficile di immaginare una scena più desolata, più priva di ogni segno di vita; il Lago Bianco, sebbene situato quasi 100 m. sotto il Lago Agnel, era ricoperto da una spessa crosta di ghiaccio.
Il nome Maledìa è una denominazione generica usata per tutti i ghiacciai e nevai del gruppo dei Gelas, alludendo forse al loro carattere sempre invernale, nemico all'uomo, o, come si vuole anche, ad una curiosa leggenda corrente nelle Valli del Gesso.
Non ebbi la fortuna di trovarmi sul Clapier col tempo sereno, ma confesso che non credo di aver perduto molto. Le catene delle Graie e Pennine offrono quasi lo stesso aspetto, viste dal Colle di Tenda o dietro a Cuneo, come dal Clapier, e del resto, tra queste cime tanto lontane, non spiccano in modo imponente che pochi gruppi molto nevosi, quali il Gran Paradiso ed il Monte Rosa; il solo picco abbastanza lontano che per se stesso appare maestoso è il Monviso, che si vede da quasi dappertutto; molto attraente è certo l'aspetto della pianura che non è troppo lontana, ma pure spesso velata dalle nebbie; però la si vede ben meglio dalla Besimauda o dal monte l'Arp. Quanto al mare, anche nei giorni più limpidi, mai non vidi dai monti di queste Alpi, distanti almeno 30 chilometri dalla costa altro che una specie di piano abbastanza stretto, in apparenza immobile, senza lustro ed il cui uniforme colore bigiastro spiccava sull'azzurro dell'orizzonte. È vero che il Freshfield, dalla Cima di Nasta, vide una cappella vicina a Cannes ed il fumo del treno che proseguiva verso Nizza; ma questo deve essere un caso ben raro! In generale nelle vedute di paesaggi così lontani, c'entra più l'immaginazione che l'occhio, e l'immaginazione la si ha anche quando la nebbia vela l'orizzonte. Per me, le parti più amene del panorama del Clapier sono il bel bacino di San Grato, coronato da prati e boschi, le foreste di castagni dietro a Belvedere, i verdi monti della Valmasca ed attorno a Tenda, e sette laghetti, fra altri il Lago Bianco coperto di «icebergs» e gran parte del Lago Lungo. Imponente è invece l'aspetto di tutte quelle giogaie, per lo più nude, rocciose ed oscure; specialmente distinguonsi l'altissima Serra dell'Argentera, la lunga cresta del Carbonè, i picchi della Lusiera e del Ciaminejas, il Bego simile ad un cupolone, il Capelet, la Cima dei Gelas e la Punta della Maledìa. Quest'ultima, chiamata Cima di Caire Cabret sulla carta sarda, e lasciata senza nome sulla nuova dell'I. G. M., che le d
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