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Due uomini gesticolanti sulla strada a 100 metri, non si scansano. Rallentiamo. Sono due tenenti alpini, due di quei numerosi italiani sfuggiti alla cattura nella rotta di Caporetto e che vissero nelle caverne di queste montagne come belve e come briganti in guerriglia.

La stanza era accesa dai riflessi delle mille bandiere che infuocavano le facciate delle case. Mobili giardini pensili. Rosso che sembra veramente ringiovanito. Il verde vile di Caporetto è diventato un verde Piave, un verde Mare Adriatico, diventer

Con questo bollore di sangue che ridipinse il mondo, con questa respirante carta geografica, e con una piccola lettera d'amore bagnata di sudore sotto la mia giubba, e forse di lagrime, poichè è la lettera di un'amante ideale, una italiana, che mi scrive il suo pazzo desiderio di cancellare Caporetto!... Con questo, con questo, io compio il miracolo!...

Pensate, mi dice Grazioli, 200 arditi di Reggio Emilia sbandati dopo Caporetto, venuti dagli ospedali hanno lanciato alcuni mesi fa delle bombe in una stazione e l'hanno saccheggiata. Sentendosi troppo pigiati sul treno che li portava si sono arrampicati sul tetto dei vagoni. Viaggiarono così 50 Km. Si dovette fermare il treno prima di un tunnel per non massacrarli.

Facevano carezze ai bambini per strappare il segreto dei nascondigli. Ma i nostri bambini fuggivano gridando come gatti. Che differenza fra la ritirata di Caporetto e quella degli Austriaci! Gli Italiani se ne sono andati buttando via tutto come gran signori, mentre gli Austriaci hanno rubato tutto, partendo, come ladri e pezzenti! Oh gli ufficiali si trattavano bene!

Il Tagliamento! Il Tagliamento! Il Tagliamento! Potente nome italiano ultra magnetico, tante volte bevuto in sogno dopo Caporetto. Ne vedo scintillare i nastri argentei nell'occhio orizzontale della blindata. Danzano quei nastri, diventano lettere d'argento svolazzanti, le lettere stesse di questa parola forte e sonora: Tagliamento.

Io non mangio più, non ho più fame, dice Trivulzio; sono pieno come un otre di gioia pesante... Ho avuto le due gioie sognate! Prima: vendicare Caporetto. Seconda: finire malgrado la mia et

Oggi 11 giugno 1918. Sono un tenente dei bombardieri che ha fatto il suo dovere. Ma non mi sento degno di te, libro mio preferito. Mentre il mio cuore batte sicuro il mio passo non lo sa cadenzare con eguale sicurezza. Ho il passo indeciso, malfermo ondeggiante, ferito, che ripete sulla terra le punture dilanianti d'una piaga infame e assillante aperta nel mio fianco. Piaga di Caporetto, piaga enorme che sento vivere soffrire, imputridire e che presto bisogna, ad ogni costo bisogna colmare, colmare con un nuovo ultravermiglio generosissimo sangue a fiotti bollenti, a torrenti nel suo centro e sugli orli il cui viola sinistro ricorda le botti sventrate dai fuggiaschi ubriachi, le schifose avvinazzate bombe incendiarie su Cervignano e il putrido violaceo fuggente tramonto del 27 ottobre. Guarire, guarire quella piaga! La guariremo. Gi

Scommetto ciò che volete... scommetto con te Raby che il 27 ottobre prossimo, anniversario di Caporetto, noi sferreremo una offensiva generale, formidabile. Sar

Assunta Riz racconta: Malgrado le requisizioni feroci, io ero stranamente contenta, in questi ultimi giorni. Vedevo gli ufficiali austriaci salire sul campanile e restarvi delle lunghe ore a spiare l'orizzonte. Quando il generale Boroevic partì fui sicura della vittoria. Ma l'anno passato dopo Caporetto, che orrore!