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Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color gia` tristi, e questi con sospetti! Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com'e` oscura! Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e di` e notte chiama: <<Cesare mio, perche' non m'accompagne?>>.

Chiuso tra quella accozzaglia di gente che in parte gli era sconosciuta, punto dagli scherzi degli amici ch'egli giudicava di cattivo gusto, mortificato di non aver visto, non ostante le lettere e i telegrammi, un solo biglietto d'augurio dei suoi parenti, Folco Filippeschi avrebbe sentito quel giorno il peso della sua irrimediabile follia, se di fronte non avesse avuto Gioconda. Gli bastava di levar gli occhi, d'incontrar gli occhi di lei, che parevano tagliati nella pietra avventurina, bruni con pagliuzze e punti d'oro, per dimenticare ogni cosa intorno e gustare finalmente una gioia calda, una felicit

Hai preso la via più lunga, osservò la signora Delfina, ma finisci per vivere come e peggio tu avessi sposato il pellicciaio.... Distinguiamo! interruppe il signor Piero, comprendendo che Gioconda era ferita dalle parole inconsciamente crudeli di sua madre. Il conte Filippeschi è sempre il conte Filippeschi; e un giorno sar

Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color gi

Dei parenti di Folco, non uno; non uno fra i regali, che provenisse da casa Filippeschi; pochi amici di lui, giovani e scapati, eran presenti alle nozze, piuttosto per vedere il bizzarro corteo di buona gente ignara, che per dimostrare a Folco la loro approvazione o almeno il loro tacito consenso.

Ma questi, vedutala poi afflitta più giorni per le acerbe dichiarazioni dei Filippeschi, non aveva saputo tener fermo. Gli pareva di dovere egli darle qualche gioia, almeno una piccola soddisfazione di vanit

Del resto Ariberto sapeva pure che Vittorina Ornavati amava in silenzio Folco Filippeschi; e che Gioconda Filippeschi, superba e sdegnosa, non amava nessuno. Per quest'ultima parte, Ariberto si sforzava a non essere sincero con stesso.

Ma se devo confessare che non ho mai messo piede a palazzo Filippeschi, e non so nemmeno se mia cognata Giselda è bionda o bruna, se mia suocera è alta o piccola?... Quale diverso trattamento mi avrebbero fatto i Filippeschi, se Folco mi avesse tolto dal fango della strada? Dite voi....

Era stato il solo, fra gli amici di Folco, che in quella baraonda di gente avesse tenuto il contegno adatto. Egli poteva prendersi lievemente beffe di Giustina Baguzzi o di qualunque altra signora caduta in quella riunione come una mosca nel latte; ma Gioconda Dobelli, fatta quel giorno contessa Gioconda Filippeschi, non era, non poteva, non doveva essere che la contessa Filippeschi, moglie di un gentiluomo suo amico: nessuno aveva diritto a chiedere perchè, a rammentar la mancanza di cinque secoli di nobilt

Gli occhi di Gioconda ebbero un lampo. Folco non si ribellò.... Ah, badate, caro Ariberto!... Si può essere deferenti e rispettosi verso la madre e la sorella, ma a patto che esse non insultino. Folco non trovò la forza di dire: «Quella donna è la contessa Gioconda Filippeschi, è mia moglie, è la madre della mia bambina; quella donna era una fanciulla onestissima quando io l'ho sposata e la sua onest