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Aggiornato: 1 maggio 2025


«Knoedel», diceva Fräulein. risotto, diceva lo zio Giacomo. «Leberwurst», diceva Fräulein. cappelletti al sugo, diceva lo zio Giacomo. E a tale pensiero egli si sentiva struggere di nostalgia. Un giorno anche Valeria ebbe un accesso di nostalgia, di nostalgia acuta e straziante. Era precisamente il giorno del torneo di tennis una giornata d'oro e d'azzurro che rammentava l'Italia.

Le glorie della cavalleria leggera stradiotta erano sfiorite da gran tempo. I fieri cavalieri albanesi o cappelletti al soldo della Repubblica, vestiti di abiti succinti, armati di piccolo scudo, di lancia e di spada, che avevano empito delle loro fulminee gesta i campi d'Italia nel Cinquecento, si erano a grado a grado ammansiti. Avevano dapprima smussate le unghie, poscia ripiegate le zanne e si erano da ultimo confusi e perduti in un largo innesto nei più miti cavalleggeri Dalmati e Croati. L'essenza dell'arte del combattere leggero alla stradiotta, fatto di balenare d'incursioni, di tagli ratti e violenti inferti sul corpo greve dell'avversario, di solchi sanguigni e profondi vibrati sulle terre devastate dalla loro rapacit

In quest'arte tramandatasi tradizionalmente nella cavalleria veneta dagli stradiotti e dai cappelletti si distinguevano ancora, sul cadere della Repubblica, i Croati. Questi medesimi recavano ancora la palma nel foraggiare, nel portare gli attacchi in terreni intricati e scuri, nel passaggio dei corsi d'acqua ed infine nei combattimenti temporeggianti e nelle ritirate.

Allora senz'altro buttar fiato, caccio a mano la borsa; la fo sonare: Che? sono cappelletti di chiodi? domanda Bortolino. Io li verso sul desco, e vedono oh vedono! Che festa mia moglie! Perdincibacco, non fu allegra da nozze. E i puttini, che non han mai visto dindi, richiedono: Che roba son cotesti, o tata?

Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color gia` tristi, e questi con sospetti! Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com'e` oscura! Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e di` e notte chiama: <<Cesare mio, perche' non m'accompagne?>>.

Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color gia` tristi, e questi con sospetti! Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com'e` oscura! Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e di` e notte chiama: <<Cesare mio, perche' non m'accompagne?>>.

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