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Aggiornato: 3 giugno 2025


Bada però, aggiunse, che la storia del giovane spartano è una frottola, come tutta la storia greca.... Non vorrei che tu t'impressionassi per la morte di quel ragazzo.... Indizii. Il lussuoso appartamento che, al ritorno da Stresa, Folco Filippeschi aveva fatto addobbare, fu aperto a ricche feste.

Sapevano che Folco non sarebbe stato diseredato, ma sapevano pure che da casa non gli mandavano più un quattrino; e quanto sarebbe durata quella situazione penosa?... Che la ragazza la contessa Filippeschi era tuttora e sempre in casa, la ragazza ci pensasse, facesse economia, trattenesse il conte.... Gioconda da più giorni non rispondeva.

La signora Delfina e il signor Piero Dobelli rimasero sbalorditi apprendendo da una conoscente chiacchierina che la contessa Filippeschi era da otto giorni a Milano. Dopo quattro mesi di assenza, da otto giorni a Milano, e non aveva avvertito la famiglia del suo arrivo, era andata a trovarla.... Che cosa si fa? chiese Delfina.

Ma la signora Delfina, con cautela e trepidanza, dovette far capire poche sere di poi al conte Folco Filippeschi che sarebbe stato opportuno per tutti diradare un poco le visite.

Mi faccia mandare tutto in villa! disse Vittorina, alzandosi e staccandosi dal banco. Ma al più presto, la prego.... Oggi stesso, fra un'ora, rispose il Filippeschi inchinandosi. Vittorina s'avviò, poi si fermò d'un tratto. Lei non sa il mio indirizzo, -osservò con uno sguardo al commesso che la seguiva per accompagnarla fino alla soglia. Non importa, signora! rispose il Filippeschi.

Il conte Filippeschi, mi sembra.... Tu dicevi che faceva il commesso dovendo lottare con la famiglia e darsi poi all'arte: io dicevo che c'era sotto una donna?... Poi non lo abbiamo visto più: aveva lasciato l'impiego, ci disse il direttore, perchè era entrato in possesso della sua sostanza.... Ed ora, eccolo qui.... Ed ecco la donna che io aveva presentito.... Vedo, vedo, vedo, confermò Celso.

Il direttore si strinse nelle spalle. Sa, circostanze! rispose vagamente, con un sorriso, il quale voleva addolcire la parola troppo breve. Perdite di giuoco! definì Celso. In questo caso è meglio fare il croupier a Montecarlo. Non ci ha la faccia, ribattè Vittorina con sicurezza. Piuttosto qualche disgrazia di famiglia. I Filippeschi non li conosco: devono essere di Pistoia, osservò Celso.

Il disegno di far la conoscenza personale del conte Filippeschi e di sua moglie la rallegrava; voleva sapere, prima di tutto, dove e da chi la contessa ordinava i suoi abbigliamenti, ch'erano di gusto squisito, non solo, ma con un certo carattere, il quale faceva supporre che la contessa non si acconciasse interamente e ciecamente a tutte le minuzie della moda, e sapesse scegliere.

Folco Filippeschi teneva, dalla prima sera che l'aveva vista, gli sguardi su di lei; ma ella parlava poco, non rideva mai, sembrava lontana dal sospettar l'attenzione destata nell'animo del giovine, così com'era indifferente al muto omaggio che le tributavano gli altri, passando e ripassando presso il tavolino innanzi al quale sedeva colla famiglia.

Nel triste salotto, sotto la luce d'una lampada a petrolio poco pulita s'erano stese le ali gigantesche della lirica che traversa i secoli, e fatto schermo della mano al volto, Folco Filippeschi si vide illuminato da un raggio di sole.

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