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Aggiornato: 18 giugno 2025


Va', ch'io non tel credo. RUFINO. Non è articolo di fede; ma ve ricordo ch'a tal otta lo potrestivo credere, che vi rincresceria. CURZIO. Come che me rincresceria? Parlame chiaro. RUFINO. La chiarezza è questa: che ci è chi la vole per moglie. CURZIO. E chi è questo prosuntuoso? RUFINO. È un pedante poltrone. CURZIO. Io so chi vòi dire, adesso. I' non ne ho paura di costui.

Ma non sai, Luzio, ch'io ho una sorella che lo mastro li vole bene? E per ciò non me delli cavalli come fa a te. LUZIO. Ed essa vuole bene a lui? MINIO. Credo de , io. E lo mastro me ha promesso delli quatrini, veh! LUZIO. Io non lo sapevo, questo. MINIO. Manco lo sa madonna. LUZIO. Alla , ch'io gli voglio dire se se vole innamorare de sòrema ancora ma che non voglio mi dia delli cavalli.

MERLINO. Ora incomincia, ed io frattanto un sonetto voglioti comporre. Sia pur contrario a noi l'aspro furore d'ogni stella crudel, d'ogni elemento, ché l'ira sua non piega un stabil cuore: latri chi vol latrar, io gli 'l consento, ché tanto si alza piú la fiamma accesa quando lei spegner vole un picciol vento. «Oh felix hominum genus, si vestros animos amor, quo coelum regitur, regat!». BO

MINIO. Te vorria dir una cosa; ma non vorria che me raccusassi. LUZIO. Non te raccuso, alla . MINIO. ! ! Non te lo credo. LUZIO. E dimmelo, de grazia: vòi? MINIO. O giurame prima, per la croce de Dio benedetta, de non me raccusare. LUZIO. Vedi, per questa croce, che non dirò niente. MINIO. Sai che me ha ditto lo mastro? che dica a mia sorella che lui li vole essere marito.

LIMERNO. Quel matto solenne di Fúlica veggio a noi venire. TRIPERUNO. È dunque passato di Perissa in Matotta? Soperstizia Vanitade. LIMERNO. Costui veramente, se non fallo, ha gittato in disparte le sportelle col breviario e vole de' nostri farse.

MALFATTO. Misser : in una casa, che ha una porta, quando si vole entrare dentro; e desopra ha poi le finestre e lo tetto ancora con li focolari. PRUDENZIO. Oh insulsissimo Cerbero ignorante! Povera Cerere e Bacco, a chi lascieno epulare infelicemente i frutti loro!

MALFATTO. Per quale? per questa? PRUDENZIO. Per quella, . MALFATTO. Be', io voglio andar da quest'altra, io. PRUDENZIO. S'io vengo , te farò... Aspetta! MALFATTO. Ecco ch'io vo, . PRUDENZIO. Corri, che te rompi el collo! MALFATTO. Olá! Aspettateme, ché lo mastro vole che ve venga dereto. Mastro, caminano troppo forte. Io non li posso agiognere. PRUDENZIO. E va', sciagurato!

Ed elli a me <<Perche' tanto delira>>, disse <<lo 'ngegno tuo da quel che sole? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che 'l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?

Rade volte risurge per li rami l’umana probitate; e questo vole quei che la d

Omai dintorno a questo consistorio puoi contemplare assai, se le parole mie son ricolte, sanz’ altro aiutorio. Ma perché ’n terra per le vostre scole si legge che l’angelica natura è tal, che ’ntende e si ricorda e vole, ancor dirò, perché tu veggi pura la verit

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