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Invoca un Dio, che l'abbandona E la condanna a disperarsi. È desta, E delira. ANFOSSI, Beatrice Cènci.

Di Clelia la bella, Che quale la mira Delira, sospira, Più posa non ha. Eccoti un bacio, e uno scudo; disse Marzio uscendo da un macchione in compagnia di Olimpio. Iddio ti ha dato la grazia del canto come il raggio alle stelle luminosa, e soave: io ti chiamerò l'usignòlo dei banditi.

Signore mio, l'altissima cui fama sin oltra 'l ciel ottavo s'alza e gira, amor mi sprona e la ragion mi tira dir quanto in terra ognun v'onora ed ama. E mentre son per adempir mia brama, giungendo rime al sòn di bassa lira, mi resto e dico: Ahi! mente mia delira, che gir ti credi ove 'l desio ti chiama! Chi salir

Ed elli a me «Perché tanto delira», disse, «lo ’ngegno tuo da quel che sòle? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che ’l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?

Il conte fa uno sforzo ed aiutato da Flavio si sorregge un'istante sul corpo; fissa nel giovine uno sguardo affettuoso e con voce semispenta così gli parla: Perdona a quell'uomo Flavio... egli ha ucciso un miserabile che tu non puoi chiamare tuo padre... no tu non lo puoi. Delira! mormora Flavio.

La mente del poeta e dello artista esaltata dalle vicende politiche delira vaneggiamenti di sangue, che piange poi con dolore inestimabile, ma le lagrime delle diecine degli anni non valgono a lavare le colpe di un giorno.

Ed elli a me <<Perche' tanto delira>>, disse <<lo 'ngegno tuo da quel che sole? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che 'l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?

Il satirello guata tre ninfe nude al rio intorno: or mai l'amata tutta vagheggia: o grata vista! Va il mormorio dell'acque e par sospiro. Se il ruscello sospira sospira in verso al mare. E se l'amor delira, è per fame d'amare. E il satirel s'asconde timido e titubante: o belle membra all'onde donate, o chiome bionde capricciose al sembiante! E il satirel sospira.

Ah! potessi fulminarla!... Gli occhi della delirante si chiusero e le mani si raggrinzarono. Poco dopo si calmò e cadde in un profondo torpore che potevasi chiamare un semi-svenimento. Ma con chi l'ha? chiese O'Donovan. Chi è questa orribile creatura che tanto odia e che tanto la sgomenta? Delira, rispose Omar. Non so chi sia, Potr

Ed elli a me «Perché tanto delira», disse, «lo ’ngegno tuo da quel che sòle? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che ’l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?