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Aggiornato: 14 maggio 2025


A queste parole il Lautrec gli diede quella solita sua torva occhiata, poi conchiuse: Se nel vostro volto non ci fosse qualcosa che mi rimembra Gastone di Foix, il mio diletto Gastone, l'unico uomo che ho amato nel mondo, verrei adesso io medesimo a provarmi con voi, conte, e la vedremmo. Il Mandello non aggiunse parola, ma detto fra . Vorrei bene vederla, si confuse nella folla.

Ed elli a me <<Perche' tanto delira>>, disse <<lo 'ngegno tuo da quel che sole? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che 'l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?

Io vi veggo dell'Ospizio Negli androni lunghi e scuri Sfilar tutti e, a larve simili, Rasentar gli scialbi muri; E me stesso e il mondo oblio Nell'udir lo stropiccìo Delle scarpe trascinate Sulle pietre levigate. Quest'Ospizio, or non è un secolo, Era un chiostro solitario; Vi dormian, tranquilli, i monaci Fra una cena ed un rosario: Quella pace chi rimembra?

Ore perdute fra le nebbie d’oro Di quel che non ritorna aulente Maggio, Come di rondinelle agili un coro Sciolto a volo pel ciel fra raggio e raggio; Ore di sogno e d’ideale incanto, Io vi ricordo, io vi ricordo ancor; E mi strazia per voi sordo il rimpianto Di chi rimembra un soffocato amor.

Ragionasi similmente lui nella sua giovanezza avere udita filosofia morale in Firenze, e quella maravigliosamente bene avere saputa: la qual cosa egli non volle che nascosa fosse nell'undicesimo canto di questo trattato, dove si fa dire a Virgilio: «Non ti rimembra di quelle parole, Con le qua' la tua Etica pertratta», ecc., quasi voglia per questa s'intenda la filosofia morale in singularitá essere stata a lui familiarissima e nota.

47 Io mi godea le delicate membra; pareami aver qui tutto il ben raccolto che fra i mortali in più parti si smembra, a chi più ed a chi meno e a nessun molto; di Francia d'altro mi rimembra: stavami sempre a contemplar quel volto: ogni pensiero, ogni mio bel disegno in lei finia, passava oltre il segno.

«Alma, che per altrui difetto al varco dubbioso arrivi e Dio ti vi destina, or quivi entrando inchina l'orgoglio, alzando gli occhi al ciel che carco gira di stelle e mostrasi luntano! Di scendesti, e piú non ti rimembra qual eri avanti 'l poculo di Lete!

OTTAV. ; tu stesso, altra fíata, tu mel dicesti. I piú segreti affetti del travagliato animo tuo, qual padre tenero a figlia, a me svelavi allora. Rimembra, deh! ch'io teco anco ne piansi. Ma, il nieghi? Io giá maggior di me son fatta. Necessitá fa prodi anco i men forti.

Ed elli a me «Perché tanto delira», disse, «lo ’ngegno tuo da quel che sòle? o ver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta le tre disposizion che ’l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza men Dio offende e men biasimo accatta?

Rimembra, Oronte, ed indivina a pieno Per le passate le stagion future: Pria ch'Asia d'Ottoman soffrisse il freno Quante ore volser sanguinose e dure? Così di Rodi n'avverr

Parola Del Giorno

nell'ignobile

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