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Aggiornato: 23 giugno 2025
Sappiamo che il Lautrec, chiamato in Francia, aveva rimesso temporariamente nelle mani del fratello, monsignore di Lescuns, le redini del governo di Milano. Ora Federico Gonzaga signor di Bozzoli, che invano aveva tese insidie al Morone, se n'era corso a Milano per avvisare questo fratello del Lautrec, farsi sempre più chiari gl'indizj di una ribellione per parte de' Milanesi radunati in Reggio; e che il rapido viaggio del Morone da Trento a questa citt
Cardello diè un salto giù dal palcoscenico, e scoppiò in pianto anche lui, con le mani tese verso la morticina quasi avesse paura di avvicinarsi e la chiamava per destarla, giacchè non gli pareva morta ma addormentata.
Forse aveva bisogno anche lui di conforto. Bacia, disse, offrendogli la bambola a braccia tese. Aldo balzò in piedi e cadde in ginocchio davanti a entrambe. Baciò la bambola, e il paltoncino di Anne-Marie, e le ginocchia di Nancy, e poi nascose il volto in grembo alla bambina, singhiozzando. Anne-Marie subito pianse e strillò, e Nancy li baciò tutt'e due, consolandoli. Non piangere, tesorino mio!
Sicuro che devo, disse Nancy, sollevando tra le braccia la sua bambina e ponendosela in grembo. Hai visto, mamma, i braccialetti che ha? E tese verso Valeria le due brevi braccia paffutelle della bambina, a mostrare intorno al minuscolo polso una triplice lineetta rosea, che solcava deliziosamente le tenere carni. Vedi? tre piccoli braccialettini «porte-bonheur»!
La contemplò così per un minuto, due, tre, rattenendo persino il respiro, poi fece silenziosamente alcuni passi innanzi colle braccia tese e le mani aperte come volesse afferrarla, e le labbra sporgenti come cercasse un bacio su quelle palpitanti carni. Fathma, mormorò con un fil di voce e con un tono commosso, supplichevole. L'almea a quella voce trasalì.
Rivedeva le curve bruno-dorate della voluta; l'alacre slancio degli «f» nella tavola armonica; e le sensitive corde tese sopra l'agile ponticello: tutto quel perfetto istrumento silenzioso, aspettante il tocco delle sue ardenti dita giovanili, per ridestarsi di nuovo alla vita e al canto! Soavi lagrime le fluirono nei chiusi occhi.
Meglio avvisato, il Presidente osservava doversi dare tempo al tempo, anteporre le arti di Fabio a quelle di Marcello, imperciocchè la Giustizia, quantunque paresse addormentata, pure ella dormiva, a modo della lepre, con occhi aperti, e orecchie tese; quindi bisognava impedire ogni rumore.
Cesare sospirò e le andò incontro, le mani tese, il volto rischiarato di viva gioia. Se tutto è riuscito bene, perchè non siete felice, perchè così pallida e spaurita? egli chiese con espressione di mite rimprovero. Dubitate del mio amore? Oh, Cesare, disse Emilia. Non affliggetemi anche voi; ascoltatemi.... Le sue speranze eran fondate sopra un malinteso, sopra un inganno....
E l'aborrita figura, tese le braccia, a sè lo attirava con gesti provocanti. Il Conte rifuggiva inorridito, e con tutte le forze rimastegli la respingeva. Invano però; chè la femmina sottentrando lo ricinge alla vita duramente, e lo sforza a giacere.
«Non ha un anno di vita!» egli pensò freddamente. Poi, a voce alta osservò: Come si è fatta svelta, signorina! Roberta sorrise di compiacenza, e tese la mano ad afferrar la mano che Cesare le offriva, per valicare l'ultima scabrosit
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