United States or Uzbekistan ? Vote for the TOP Country of the Week !


E tu sai ben, Rugger, che in casa tieni don Guottibuossi, prete alla moderna; e vita contro me vuoi pur che meni, che serva dama e vada alla taverna; ti vergogni e improverar mi vieni! Or ti castiga la bontá suprema. Volea piú dir Turpin, ma quel di Risa replica che l'aiuti per Marfisa.

La cuoca era una giovane tra i quindici e i sedici anni, bruna di capelli come una Rebecca, grassoccia e di forme ben complesse: nella treccia accuratamente pettinata stavale confitto uno spillo con manico di rame dorato, spillo per altro che per le sue dimensioni e per la sua lama poteva piuttosto convenientemente appellarsi un pugnale; il collo e le braccia, nudi, avevano collane e braccialetti di grosso corallo rosso. La fanciulla copriva le spalle con una pezzuola di seta gialla a fiori, di quelle allora dette dell'Indie; aveva un busto ricamato a rabeschi, la gonnella corta, il grembiule di seta rosso, due scarpette che facevano un piedino d'incanto: essa aveva nome Concetta. Accanto al camino si vedeva un giovane di bassa statura, di faccia bronzina, con capelli crespi come quelli dei Mori, con largo petto e di atletica forma; costui aveva una di quelle facce che ti atterriscono al primo guardarle; al suo abbigliamento totalmente marinaresco si ravvisava, senza domandargliene, la sua professione. Ei sedeva su di una rozza panca di legno, aveva le mani incrocicchiate sul petto, stendeva sbadatamente le gambe in avanti e teneva una pipa in bocca dalla quale partivano grosse nuvole di fumo di un tabacco così acuto e forte da far venire (specialmente in quel luogo, che non aveva altro sbocco di aria tranne i camini e la porta) a chi men robusto dei clienti dell'oste dei Tre Mori una congestione cerebrale. Il nostro giovinotto sembrava dover essere in molta buona grazia della giovane cuciniera, giacchè per vezzo talvolta procurava di porre un piede fra mezzo a quelli di lei, come per farla cadere a terra quando si moveva dal camino; e talvolta la immergeva in una nube di fumo che le scaricava sul viso: e la fanciulla corrispondeva a tali amorosi scherzi col toccare il marinaro con le molle uscite dal fuoco o con gettargli nella pipa gli spruzzi del brodo del dentice. Onesti passatempi, che l'oste, padre della fanciulla, non vedeva, che la madre di lei approvava, e di cui il resto degli ospiti rideva. Nella serata di cui narriamo, la taverna conteneva proprio persone direi quasi di famiglia, cioè intimi di essa. Vi era cena e cena frugale; volevasi da costoro festeggiare il carnevale, ma non festeggiarlo in maschera; festeggiarlo col rhum, col ginepro di Olanda, col vino e con una buona mangiata. Gli ospiti che attendevano fosse preparata la mensa erano cinque, senza il giovane che accennammo, senza l'oste, sua moglie, e la figlia; e quei cinque col

L'oste, l'ostessa, Concetta e tre o quattro beoni i quali stavansi nella cucina non si fecero veruna meraviglia mirando passare il frate colla fanciulla sotto il braccio. Costoro ne vedevano tante delle cose straordinarie in quella taverna che nulla vi era che potesse farli stupire. Padre Gonsalvo, giunto che fu sulla via, si fece più celeremente che potè al ponte della Crocetta, sempre traendo seco la vaga giovane; e veduta l

Allora un banditore trasse di tasca una carta, e lesse a voce alta: Per parte dello illustrissimo monsignore Ferdinando Taverna governatore di Roma: Saranno applicati tre tratti di corda, senza pregiudizio delle altre pene ad arbitrio, a chiunque, sia con parole sia con fatti, si attentasse a mettere impedimento alla gran giustizia, che si fa della scelleratissima casa Cènci.

Non abbiam piú forza talento, ogni nostra speranza è omai sepolta; guardate pelli secche e abbrustolite, e giudicate poi di nostre vite. È ver che andiam talora alla taverna, perocché il vin sopisce col vapore quella disperazion che abbiamo interna del stato nostro, stato di dolore; ché la miseria spegne ogni lucerna e degenera in vizio traditore.

Non appena la taverna fu sgombra di quella gente, che Nuto s’accostò a Musone, cui aveva fatto cenno di voler parlare, e a mezza voce gli disse:

Guarda che bella tosa», esclamò un giovane, sbucando di dietro la taverna, e spingendosi audacemente verso la fanciulla. Al suono della parola e dell'accento forestiero si voltò Ramengo, e riconobbe un crocchio di Lombardi.

Il quale però non mancava di prendere una sbornia alla taverna, con gli amici che lo invitavano e che ogni sera venivano a godersi gratis lo spettacolo, conducendovi mogli e figliuoli. Almeno servivano a riempire il teatrino!

LIMOFORO. Vostro figlio a tempo che studiò a Salerno, s'innamorò di mia figlia stimata allora figlia d'un maestro di scuola; e sapendo ch'oggi veniva in Napoli per passare in Roma e che doveva alloggiare al Cerriglio, trasformò la vostra casa in taverna con l'aiuto d'un suo servitore chiamato Cappio,

E se il tuo zibellino fosse contaminato? Se tu t'imponessi una idolatria che è una ciurmeria? Se l'idolo cui tu credi di alabastro, fosse di mota? Se il ricovero, che tu reputi una chiesa, fosse una taverna? Se altri non venerasse l'alleanza, il nome, il contratto, il dovere che tu veneri? Se tu fossi la Vestale di un satiro!... Vediamo... l'è un'ipotesi, bada...