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Aggiornato: 13 maggio 2025
Sappi, ninfa gentil, che dal suo giro Venere bella per ciascuna parte rimira aperte l'opre de' mortali; e qual pastor, qual satiro e qual ninfa, contra chi l'ama è disdegnosa e schiva, la santa Dea ne sente altero sdegno, e dimostrar ne suole agre vendette, arder facendo i lor gelati cori d'amor di tal, che gli disprezza e fugge.
E Marco Baldi, con un ghigno da satiro sdentato, riferì, dilettandosi nei particolari, i motivi che avevano consigliato quella momentanea separazione.
Puliamoci il muso, dissi levandomi il fazzoletto di tasca. Tutti si messero a ridere. E Giorgi anche ora rise a squarciagola della sua barzelletta, mentre il galantuomo si restrinse a un certo suo sorriso di satiro, che scoprì i denti neri nella bocca che gli arrivava agli orecchi.
Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ ombre a noi venire: sembianz’ avevan né trista né lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.
Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand'ombre a noi venire: sembianz'avevan ne' trista ne' lieta. Lo buon maestro comincio` a dire: <<Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre si` come sire: quelli e` Omero poeta sovrano; l'altro e` Orazio satiro che vene; Ovidio e` 'l terzo, e l'ultimo Lucano.
Questo, il Galli, lo pensava con un brivido: un brivido che gli correva per tutto il corpo, che gli saliva, con un'onda di sangue, dal gran cuore al grosso testone. Il signor Kloss non voleva soltanto vendicarsi della signora duchessa: il vecchio satiro le aveva ficcato gli occhi addosso: voleva rovinarla.... per poi raggiungere il suo fine!
Giunto al caffè Aragno, Fabio cercò subito con l'occhio i conoscenti con i quali soleva passare la serata, per narrar loro la cena elettorale da "Muzio Scevola". Scorse in mezzo ad essi Caruso, che con il solito aspetto di satiro sonnecchiante, parlava senza scomporsi e facevasi ascoltare.
Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ ombre a noi venire: sembianz’ avevan né trista né lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l’altro è Orazio satiro che vene; Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.
Doveva salvare quella donna che lui stesso aveva consigliata male, che lui stesso aveva messo nelle mani di quel satiro!... Di quel satiro che rubava i danari per rubare le donne! Come le leggi erano assurde, inique! Come la giustizia era falsa, come era tempo di rifarlo il mondo, tutto il mondo! Era contento il signor Kloss! Ghignava! Credeva gi
Giunti a questo stadio, e mentre il Satiro di Roma disponevasi all'atto nefando, la porta della stanza spalancossi, e chi comparì per il primo agli occhi del prete spaventato fu la bella, maestosa e terribile figura di Zambianchi. Zambianchi di Bologna era uno di quei tipi d'uomo, formati per imporre rispetto.
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