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Aggiornato: 31 maggio 2025


Intanto, percorrendo la via sotterranea, il duca ed il seguito ebbero attraversata tutta la citt

Sui due marciapiedi della strada la gente era fitta come all'uscita d'un teatro, e non si vedevan crocchi, brigatelle, alcuno che gridasse e gesticolasse; andavan tutti in fretta e in silenzio, ciascuno approfittando d'ogni piccolo spiraglio che si facesse nella calca, per cacciarsi innanzi a chi lo precedeva; e urtandosi gli uni e gli altri, senza voltarsi. Nel mezzo della strada passava una fila lunghissima di grandi omnibus variopinti come carri da carnevale, con una specie di gradinata di sedili sul davanti, che si allarga di sotto in su, e porta così in aria la gente in forma di ventaglio, i più bassi quasi a terra, i più alti che arrivan col capo al primo piano delle case, e sporgono fuori come se fossero sospesi. Fra l'uno e l'altro omnibus, e dalle due parti, una confusione indescrivibile di carri, di carrozze, di cabs, di barrocci, di calessi, di carrette, di carrozzoni coperti d'annunzi, di trabicoli d'ogni forma, a tre, a cinque, fino a otto di fronte, i cavalli degli uni col muso contro la parte posteriore degli altri, i mozzi delle ruote che si toccano; e un continuo scansarsi a furia di serpeggiamenti, e un formarsi e disfarsi a stento di gruppi intricati di decine di veicoli da far temere ad ogni momento che scricchiolino e si spezzino tutti insieme come una sola gran macchina scomposta da un urto violento. Tra carro e carro, lungo i marciapiedi, facchini carichi, ragazzi con carrettine a mano, lunghe file di uomini con cartelloni d'annunzi appesi al collo, affaccendati a salvarsi la vita. A ogni cantonata, quel torrente immenso d'uomini e di cose trabocca in larghi canali, riceve affluenti, si spande e ristagna in piazze e cortili, filtra nei vicoli e nei chiassuoli in torti rigagnoli che si perdono fra le case. Mentre vado innanzi così, trascinato dalla corrente, sento un fischio acuto sopra il mio capo; alzo gli occhi e vedo passare un treno di strada ferrata sovra un alto ponte che accavalcia la strada. Quel treno è appena passato, odo un altro fischio da un'altra parte; e vedo trasvolare un altro treno sopra i comignoli delle case laterali. Nello stesso momento, dalla parte opposta, esce un nuvolo di fumo da una larga apertura della terra: è un terzo treno della strada ferrata sotterranea, che passando un istante all'aperto, fischia un saluto alla luce. Arrivo all'imboccatura di una larga strada: vedo in lontananza il Tamigi, i ponti; su quei ponti altri treni che si seguono e s'incontrano; sotto gli archi, battelli a vapore che passano inchinando i tubi come grandi alberi curvati dal vento, lunghe file di barconi, rimorchiati da piroscafi; sciami di zattere e di barchette; e lungo le spallette dei ponti processioni di gente che spariscono sulla riva opposta. Andando innanzi, altre strade di cui non si vede la fine, fiancheggiate da edifizii enormi, corse da altri torrenti di gente. E da per tutto un fracasso di ponti di ferro tremanti sotto il peso di lunghissimi treni, fischi, sbuffi di fumi, soffi affannosi sopra il mio capo, sotto i miei piedi, vicino e lontano, per terra, per aria e per acqua; una gara, una furia di cose che partono e di cose che arrivano, una continuit

Mentre la pia Placidia che visse per molto tempo a Bisanzio, si faceva seppellire in una cappella quasi sotterranea, splendente di mosaici e d'imagini sante, Teodorico, il re goto, preferiva una sepoltura degna di un capo di barbari del nord e di un Cesare romano. La semplicit

Questa scena del Panteon m'indusse a visitare le chiese sotterranee di Roma. Durante l'ottavario dei morti si rappresentano in questi sepolcri storie di martirî e scene bibliche, che sono abbastanza originali. Le cappelle di questi cimiteri sono per solito due, una superiore ed un'altra sotterranea, nella quale stanno propriamente le sepolture.

Il cicerone m'aiutò, scoprimmo la botola, il sacrestano scese, e io gli tenni dietro giù per una scaletta angusta fino a una piccola stanza sotterranea, nella quale eran cinque casse di piombo, cerchiate di ferro, ciascuna segnata di due iniziali sormontate da una corona.

A una cert'ora, trovandomi vicino a una stazione, volli fare una corsa per la strada ferrata sotterranea. Scendo due o tre scale, e mi trovo tutt'a un tratto sbalzato dal giorno alla notte: lumi, gente, strepito, treni che giungono e che spariscono nel buio. Giunge il mio, si ferma, gente si precipita giù, gente salta nei vagoni; mentre domando dove sono le seconde classi, il treno è partito. Ma che maniera è questa? dico a un'impiegato. Non si confonda, mi risponde, eccone un altro. L

ALCIBIADE. Timandra, un bacio!... Cimoto, a te la raccomando; non distaccarti da lei. Oh, mio padrone! mio padrone! ALCIBIADE. Quando tornerai in Grecia, di' ad Atene che spirai col suo nome su le labbra.... e racconta a Socrate come son morto!... Addio!... Ricordati di Alcibiade! E allora la cortigiana si purifica; vuol morire con l'amato, come olocausto alla Dea sotterranea da lei invocata.

Non occorre dirvi che dei severi ordini di quel giorno, buona parte ricadde sopra la Margherita. Non solamente esso le levò quel ristoro giornaliero, ma la fe' gettare in una prigione assai peggiore e, sotterranea.

Vi sono in questa chiesa sotterranea pitture di soggetti disparatissimi; la maggior parte riferentisi alla storia del chiostro. Sotto la scala si vede Innocenzo III consegnare un diploma all'abate Giovanni VI, e Gregorio I dare all'abate Onorato l'atto di donazione. Parecchi trattano la vita di S. Benedetto; uno, che lo rappresenta con la nutrice, è notevolissimo per la gradevole figura della donna e l'ottimo panneggiamento; un altro rappresenta, in modo originale, la sua morte: il santo con la tonaca nera sta su di un giaciglio; dalla sua bocca un raggio di luce conduce alla piccola nuda figura della sua anima, che un angelo alato gi

Anna uscì trepidante. Mentre passava il vestibolo, le giunse un coro di litanie, un canto che veniva forse da una cappella sotterranea, ugualissimo e dolce. Mentre passava il cortile vide a sinistra in cima al muro sporgere un ramo carico di aranci. E, come pose il piede su la via, le parve di aver lasciato dietro di un giardino di beatitudine.

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