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Atanasio ed Ario soffiavano nel foco, ed il Quos ego dell’imperatore non valse ad acquetare l’atmosfera. ¹⁷⁰ Socrate, 13.

¹⁷³ Socrate, 36. ¹⁷⁴ Idem, 50. ¹⁷⁵ Idem, 62. ¹⁷⁶ Amm. Marcell., I, 271, 15.

Scrivono un giornale? chiese candidamente Ariberti. No, ce ne guardi il cielo. Scrivere! che, le pare? C'è troppa fatica; notò sorridendo Tristano. Sicuro; e perchè farla? Del resto, gl'insegnamenti più efficaci non sono mica gli scritti. Vedete Socrate; non ha mai messo in carta una riga di suo.

Parla un'Ombra così: Socrate fui, E tra' mortali un'altra volta io vegno, Chè contro a questi nebulosi e bui, Che mal di saggi han nome, arde il mio sdegno. Solo del vero io parlerò, di lui, Ch'unico iddio su la natura ha regno; E, perchè al fronte suo l'ombra sia tolta, Beverò la cicuta un'altra volta!

¹⁶⁸ Socrate, 9.

Ora i modi con cui Giuliano disturbava la gente tranquilla ed esercitava la sua persecuzione sarebbero stati, secondo Socrate, il famoso divieto ai Cristiani di insegnare lettere greche

Archesilao de stoici il padre sin qui gli han tolto via del cuor la nebbia, che penetrar non lascia ove sia 'l spirto motor di ciò che muove, mastro e guida. Però van ciechi e bassi, e solo al sole molti dricciâr altari ed a le stelle. O voi dunque, mortali, de le stelle, de l'anime e di noi cercate il sole, e non del dubbio Socrate la nebbia.

Lucillio espone nelle sue satire i vantaggi e gl’inconvenienti della pederastia, che offriva ai mariti di Roma un compenso e come una consolazione alle noie e alle tribolazioni del matrimonio, ma che come il matrimonio aveva gli stessi inconvenienti. «Così Socrate, dice un marito alla moglie, nel suo amore pei ragazzi, si mostrò sotto un punto di vista migliore, perchè non amava punto le donne.

²⁶⁸ Socrate, 153. Giuliano, come tutti i riformatori si sar

ALCIBIADE. Timandra, un bacio!... Cimoto, a te la raccomando; non distaccarti da lei. Oh, mio padrone! mio padrone! ALCIBIADE. Quando tornerai in Grecia, di' ad Atene che spirai col suo nome su le labbra.... e racconta a Socrate come son morto!... Addio!... Ricordati di Alcibiade! E allora la cortigiana si purifica; vuol morire con l'amato, come olocausto alla Dea sotterranea da lei invocata.