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Aggiornato: 15 maggio 2025
FILIGENIO. Di che cittá? MELITEA. Amorina. FILIGENIO. Dove sono questi paesi? MELITEA. Nella Morea. FILIGENIO. Come stai? MELITEA. Come posso, poiché non posso star come vorrei. FILIGENIO. Come sopporti la servitú? MELITEA. Con animo assai libero e franco, per sentir manco travaglio; perché colui che serve con animo servile, patisce due servitú, e del corpo e dell'animo.
CRICCA. Non bisogna sperar se non nella fortuna, la qual suol trovar modo di sollevar l'uomo ne' maggiori suoi travagli quando manco si pensa, e abbassa chi sta piú al sicuro. EUGENIO. Cricca, sopporti che la miglior perla cada in bocca al piú tristo porco? LELIO. O fatiche, o passi sparsi, e sparsi poi tanto amaramente! EUGENIO. Che dici? che pensi? parla un poco.
Da un critico arguto come lei e sdegnoso di ripetere pappagallescamente le opinioni degli altri, io non mi aspettavo di sentirmi dire che sono stato e sono uno dei capi dei naturalisti italiani. Mi ha tirato in ballo e perciò sopporti che io parli di me.
Raccontategli quel che avete veduto, gli disse. Recategli i miei saluti: ch'ei li consideri, qual faccio io, come quelli d'una sorella ad un fratello, e che sopporti con rassegnazione questa misera vita. Qui gli occhi le si empierono di lagrime; il Corvino ne fu intenerito oltremisura. Farò quello che mi dite, le rispose poi, e forse... Sperate insomma... voi mi state sul cuore...
Io stimo non vivere persona al mondo che sappia sostenere la sciagura senza gemere, quanto la figlia di Manfredi: ma la sciagura, comunque tu la sopporti, è pur sempre sciagura.» ¹ Questa cometa apparve nell'agosto del 1264 e si fece vedere fino a novembre.
Quantunque ormai per istudio di acquistare potenza i Papi si fossero avvantaggiati delle cerimonie pagane però che quanto la religione perdeva di spirituale tanto desiderava ornarsi di forme sceniche, e affatto materiali, tuttavia verun Papa postergato ogni rispetto più di Gregorio magno strinse lega col paganesimo. A questo uomo misto singolare di pedanteria e di forte volere un dì venne in testa di convertire gl'Inglesi: la causa che lo spinse questa: veduti a Roma alcuni giovani sassoni-inglesi bellissimi di forma domandò chi fossero e donde venissero. Gli risposero essere angli, ed egli, «angioli sì cui bisogna liberare dalla schiavitù del demonio; ma da qual provincia vengono essi? Dal Deirè. Ci supplicano, soggiunse il Papa, a salvarli dalla ira di Dio; e come si chiama il capo o principe loro? Ella. Alleluia, conchiuse Gregorio, certamente a noi commise il cielo, che per le costoro terre si abbia a cantare alleluia.» Bambinesche forme coteste, le quali velavano concetti terribili, che furono in processo di tempo spedire bolle ai Franchi per consacrare le loro rapine affinchè essi le suggellassero con la scure, e a lui Papa pagassero il prezzo del sangue. Mandava Agostino in Inghilterra co' giovani educati nelle arti della curia romana, e parecchi monaci mascagni, i quali tutti giunti ad Aix scorati per le molestie della via stanno in procinto di stornare, ma Gregorio li rimbrotta di poca fede, e li sovviene di lettere commendatizie pei baroni franchi sbraciando loro a destra, ed a sinistra d'illustrissimo, piissimo, cristianissimo e via con iscialacquo, che non mai fu visto maggiore, se ne eccettuiamo quello, che adesso si fa delle croci dei santi Maurizio, e Lazzaro; gli resse il cuore perfino di scrivere lettere alla immanissima donna Branechilda salutandola eccelsa per ispirito inchinevole alle opere buone, e tetragona nel timore dell'onnipotente Dio . Così andarono innanzi Agostino e i frati sicchè giunti appena a Cantorbery domandano al re Etelberto: «una terra con tutte le sue rendite non per loro, ma per Cristo, facendone atto di cessione solenne affinchè egli Cristo colmi lui re di beni in questo mondo e più nell'altro.» Doveva parere un po' strano al re Etelberto che per divenire meglio vestito dovesse cominciare a spogliarsi, pure bebbe grosso, e donò la prima terra a santo Agostino ed ai suoi monaci, le altre se le pigliarono da loro: il peggio era che i Sassoni gente dura male consentiva lasciare le cerimonie vetuste della barbara religione, sicchè non sapendo che pesci pigliare mandava a Roma per consiglio, e Gregorio lo ammoniva a far la gatta di Masino, sopporti i sacrifici di vittime, lasci stare gl'idoli, non tocchi i tempii, si pigli ogni cosa in santissima pace a patto di appoggiare l'alabarda; e così fu; indi a breve Offa ammazza Etelberto; dai morti non ci ha modo di cavarne costrutto; i preti si voltano ad Offa al quale danno assoluzione plenaria a patto che paghi a Roma un tributo annuale intitolato danaro di San Pietro; tale l'origine di questo danaro, che Cesare Cantù non aborriva ricordare nel Parlamento italiano come esempio imitabile; un dì lo somministrò alla Curia romana il tradimento, oggi lo paga il fratricidio. E poichè il prete tiene assai della natura della Fama di Virgilio, che in andando cresce, così a cotesti tempi rimoti con celerit
Speriamo che lo sopporti. Ma intanto che tu vai a Cremia, io provvederò a ciò che rimane a farsi coi mercenarj di Manfredo; credo che per quindici giorni ancora vi siano i denari per le paghe, passati i quali, se non giunge un soccorso dal Morone o da altri, bisogner
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