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Aggiornato: 21 giugno 2025
Appena tornata dalla scuola s'era posta a rivedere i compiti delle sue scolarette: un mucchio di scritti infantili aspettava ancora i suoi segni di correzione a matita azzurra. E la notte precedente ella aveva così poco dormito! Pazienza! mormorò, passando e ripassando le dita sulle palpebre grevi. Come un'eco, dalla finestra dirimpetto, una voce ripetette: Pazienza! Oh, Sofia!
Desideravo di vedere il casco di Sofia, ma era coperto dal solito velo di trina, e non osavo farla pregare che se lo togliesse. Le presi il velo per l'orlo colla punta delle dita e spiegando la parola col gesto, le domandai se lo potevo alzare. "Lo alzi pure," mi disse la signora, traducendo la risposta della ragazza. Lo alzai. Dei del cielo, che bianchezza!
Non sedevano mai daccanto, ma Roberto trovava sempre modo di prendere il lavoro ed il libro che aveva toccato Sofia; talvolta costei non compariva e Roberto, sempre più irrequieto, fissava la porta chiusa, rispondendo distrattamente a quanto gli si diceva; talvolta cinque minuti dopo la comparsa di Sofia, egli prendeva il suo cappello e partiva.
Non siete occupato alla sera? Sì, ogni sera riprese lui con uno sforzo penoso ogni sera vado a lavorare. È un lavoro faticoso? domandò Sofia con bont
Sofia represse un lieve movimento d'impazienza: È al ballo, con la mamma, in casa Dellino rispose poi rapidamente, quasi volesse prevenire altre domande. Dunque Sofia era sola! E se non voleva essere il più scortese degli uomini, avrebbe dovuto trattenersi con lei! Roberto a questa idea ebbe l'irresistibile volont
Voi, nomi patriarcali delle tre stirpi di Noè , che rendeste a Dio i doni che Abramo diede ai figli di Keturah e che la regina Saba diede a Salomone non vi fate superbi, udendo tronfiamente proclamare che alla santa Sofia dell'Islamita rimane ancora il nome e la gloria della vostra Sapienza! Voi siete venuti per il nostro amore!
Per adesso Roberto e Sofia sono indifferenti, poi si conosceranno meglio, si potranno apprezzare... ed allora... chi sa, chi sa! Tu avresti lode di buona madre per aver maritata prima la maggiore... Infatti... A me non mancheranno mariti, ho appena diciotto anni. Poi voglio divertirmi, voglio ballare ancora, voglio godermi questa mia gioconda gioventù con la buona mammina, mammuccia...
Cessato il fascino della presenza e della conversazione di Sofia, Roberto si sentì l'animo in disordine, il cervello scombussolato. Era allegro, malinconico, avrebbe voluto morire ed era pieno di vita: non sapeva più che pensare di Lulù, di Sofia, di sè stesso e dell'avvenire. Sofia era molto felice, molto felice! Per questo piangeva a singhiozzi, col capo perduto nei guanciali.
Sei severa, Sofia, interruppe la madre, mitigando l'osservazione con un mite sorriso. No, mamma. Forse che mancano vie oneste per guadagnarsi il pane? Meglio un lavoro manuale che quel mestiere ridicolo ed indecoroso. Ma infine che importa a noi tutto questo? Io non vi vidi quella sera. Non potevate vedermi, rispose Gaetano pallidissimo. Andate spesso al teatro? chiese la madre.
Se deve tornare disse il sor Mauro col suo fare largo e generoso rimandi la visita a oggi quindici e venga a festeggiare il ferragosto con noi. Abbiamo tre oche stupende che hanno bisogno d'essere ammazzate. E conduca le sue belle popòle aggiunse la sora Sofia. Non me lo faccio dire due volte, cari miei rispose l'ingegnere.
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